venerdì 28 dicembre 2012

La Stevia, un dolcificante naturale


STORIA
Le prime notizie sull'esistenza della Stevia rebaudiana risalgono al suo uso da parte degli indigeni Guaranì che la chiamavano caà-ehe (erba dolce) e la utilizzavano per coprire il gusto amaro dell'Ilex paraguayensis con cui si preparava un infuso eccitante chiamato "Mate".
Inizialmente essa fu descritta dal botanico paraguayano Moises Santiago Bertoni (1857-1929), di Asuncion, come Eupatorium rebaudianum, fu poi esattamente classificata, nel genere Stevia, da William Botting Hemsley (1843-1924). Il nome della specie, "rebaudiana", le è stato conferito in omaggio al chimico Rebaudi che per primo studiò le caratteristiche chimiche delle sostanze edulcoranti contenute nella pianta.
La Stevia (Stevia rebaudiana Bertoni fam. Asteraceae) è una pianta perenne, poco resistente al gelo, coltivata solitamente come semi-perenne in luoghi molto freddi, con fiori ermafroditi molto piccoli, numerosi e di colore biancastro, raccolti in infiorescenze.
Si presenta come una piantina di poche pretese, vagamente simile ad una pianta di basilico, dalle foglie verdi.

venerdì 21 dicembre 2012

piccola riflessione nel giorno della profezia

Poichè la fantomatica profezia Maya non si è avverata volete dirmi che se vogliamo davvero cambiare il mondo dobbiamo farlo noi??? impegnandoci giorno dopo giorno? imparando a occuparci meno delle cazzate e di più delle cose importanti?
Porca miseria...ma sempre tutto noi dobbiamo fare? non possono venire gli ufo a risolverci i problemi una volta per tutte?
ok, allora da oggi comincio a ristrutturare il mio vaso...

FILOSOFIA IN UN VASO
Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vaso di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm. di diametro.
Una volta fatto, chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vaso e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi.
Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vaso fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vaso. Ovviamente la sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto.
Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vaso fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno.
Allora il professore tirò fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia.
Gli studenti risero.
“Ora,” disse il professore non appena svanirono le risate, ” pensate che questo vaso rappresenti la vostra vita.
I sassi sono le cose importanti – la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come la vostra scuola o il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto.
La sabbia è tutto il resto……le piccole cose”.
“Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia”, continuò il professore, “non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la
vostra vita: se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti.
Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto.
Prendetevi cura prima di tutto dei sassi, le cose che veramente contano.
Fissate le vostre priorità…il resto è solo sabbia.”
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore cosa rappresentasse la birra.
Il professore sorrise: “Sono contento che tu me lo abbia chiesto.
Era solo per dimostrarvi che per quanto piena possa essere la vostra vita, c’è sempre spazio per un paio di birre.

buon 21/12/2012 a tutti

martedì 11 dicembre 2012

Come Costruire un Kit Naturale di Primo Soccorso

Come Costruire un Kit Naturale di Primo Soccorso


Esistono molte erbe, oli essenziali e rimedi omeopatici da portare con sé per garantire che problemi che possono accadere nelle nostre avventure non interrompano il viaggio e che possono essere integrati nella nostra vita quotidiana sostituendo i prodotti chimici che non vengono smaltiti dal nostro organismo.
Tutti i prodotti elencati di seguito sono disponibili nei negozi di prodotti naturali o su internet.
Se stai andando in viaggio avvolgi le bottiglie di vetro in vestiti per proteggerle dalle rotture. Questi prodotti sono sicuri per l’uso da parte di bambini e anche animali domestici. Una piccola scatola per il pranzo imbottita potrebbe essere un posto giusto dove tenere il nostro kit.
Arnica – prendete sia la confezione per uso interno che la crema per uso esterno. La crema è adatta per ematomi, contusioni, traumi, contratture e stiramenti muscolari  e dolori.  Da non utilizzare su ferite aperte. Accertatevi che si tratti di una crema priva di troppe aggiunte chimiche, come paraffina, propileni, ecc. Quella per uso interna è buona per l’insonnia e l’irrequietezza quando si è troppo stanchi, come con il fuso orario.
Carbone attivo o bentonite in polvere per l’avvelenamento da cibo o diarrea del viaggiatore. In caso di utilizzo su bambini o animali domestici, assicurati di controllare le indicazioni sul dosaggio. Fare una pasta e applicare esternamente per punture di vespe o api per estrarre il veleno.
Apis  – Unguento al veleno d’api è uno dei rimedi della omeopatia più importanti ed utilizzati per le sue proprietà ed è efficace in caso di: problemi cutanei, edemi, ascessi, infiammazione alla vescica, orticaria, punti neri, foruncoli, infiammazioni oculari, reumatismi, dolori articolari, infiammazioni renali, angina, ritenzione idrica e aiuta a liberarsi da pensieri opprimenti.
Crema alla calendula per lenire e curare le ferite e ustioni, comprese le scottature. È astringente, antibatterico, antimicotico, anti-infiammatorie.
Olio di Iperico risulta un ottimo alleato nei casi di infiammazioni cutanee, eritemi solari, scottature, ustioni, arrossamenti e tutto ciò che concerne il benessere della pelle. Inoltre è ottimo in caso di sciatica, reumatismi, artriti, contusioni, piccole ferite, piaghe e il “fuoco di Sant’Antonio”.
L’aloe vera è la proverbiale “mano santa” quando si tratta di lenire una brutta scottatura da sole o quando si ci si vuole rinfrescare ed idratare dopo la doccia, dopo il sole o dopo la rasatura. E’ ottima per tutti:uomini, donne e bambini. E non ha alcun tipo di controindicazione. Mi raccomando, scegliete il prodotto più naturale che trovate ed evitate quei prodotti che contengono anche altri ingredienti aggiuntivi.
Citronella repellente per insetti.  Altri oli essenziali che respingono gli insetti sono: menta, cedro, citronella, geranio, rosmarino. Ci sono anche molte miscele naturali (SENZA DDT) a disposizione. Applicare abbondantemente e spesso.
Ginger - capsule o cristallizzato, per la cinetosi (disturbi nei movimenti),  disturbi di stomaco,  rilassare, e alleviare i gonfiori da gas. Ha proprietà antispasmodiche.
Olio essenziale di Lavanda - un rimedio per tutti gli scopi; da utilizzare contro l’ insonnia, ansia, mal di testa, ferite e ustioni. Per la maggior parte delle persone, può essere applicata direttamente sulla pelle. Una goccia toglie via il gonfiore e il prurito delle punture di zanzara. E’ un antiinfiammatorio e ha proprietà antisettiche.
Tea Tree Oil- L’olio dell’albero del tè è davvero “essenziale” nel vostro cofanetto del pronto soccorso perché svolge diverse funzioni in ambito medico: è antibatterico, antimicotico, antisettico, deodorante, conservante, ecc. E viste le sue tante proprietà trova applicazione in caso di dermatiti, micosi, candida, herpes, eritemi solari, prurito, verruche, lievi ustioni, forfora, faringiti e tonsilliti, acne, infiammazioni di vario genere di bocca, pelle e organismo. Anche questo olio essenziale può essere utilizzato puro sulla pelle a patto che sia puro al 100% e ingeribile.
Estratto di semi di pompelmo è una “la piccola farmacia”. Questo estratto è una panacea per qualsiasi cosa; è un antibiotico naturale, antimicotico, antibatterico, antisettico e antipiretico. Cura ogni tipo di infezione e lo si può utilizzare in ogni modo (ma sempre ben diluito), ad es.: una goccia su una spugna passata sul piatto della doccia impedisce ai possibili funghi di attecchire; un paio di gocce in una bottiglia da 2 lt di acqua bevuta durante la giornata vi renderà immuni dalla temibile “maledizione di Montezuma”. Una goccia nel flacone dell’igiene intima previene le infezioni; potete mettere 3 gocce in un flacone spray riempito con acqua per ottenere un detergente disinfettante per tutte le superfici, una goccia amalgamata nel tubetto del dentifricio previene le carie e disinfetta tutto il cavo orale (e anche lo spazzolino!)… insomma è ottimo per tutto. Quando andate ad acquistarlo fatevi spiegare dal farmacista/erborista come utilizzarlo in base al tipo di formulazione (ce ne sono diverse in commercio). Non assumetelo mai puro, ma sempre ben diluito.
Collirio all’Eufrasia - E’ sempre bene portarsi dietro il collirio naturale all’eufrasia in confezioncine monodose. L’Eufrasia (detta anche “erba degli occhi”) è nota per la sua straordinaria azione calmante e disinfettante. Non brucia ed agisce in pochissimi secondi, restituendo uno sguardo candido agli adulti, così come ai bambini. Quando andate ad acquistarlo siate certi che si tratti di un estratto naturale, al massimo coadiuvato con l’aggiunta di camomilla
Nux vomica rimedio omeopatico per eccessi: troppa  eccitazione, cibo, bevande, zucchero. le sue proprietà adatto alle persone mentalmente stressate che soffrono di sovraccarico psichico, nux vomica inoltre è d’aiuto contro i problemi di digestione.  La Nux vomica è usata contro problemi generati da forte stress e carenza di movimento, come per esempio mal di testa, stomaco irritato, stipsi e nervosismo

Rescue Remedy, Fiore di Bach n 39 - rimedio per calmare tutti i tipi di emozioni: rabbia, dolore, paura. Aiuta contro l’ansia e l’insonnia. Si può dare al vostro animale domestico durante i temporali, o ad un bambino per calmare un capriccio, o ad un adulto con problemi a dormire. Il Rescue Remedy è un rimedio di pronto soccorso, da portare sempre con sé, prezioso nelle situazioni in cui un avvenimento sgradevole e imprevisto scombussola del tutto il “regime” di un individuo sul piano psico-energetico.
Yarrow - un’antinfiammatorio utile nel trattamento della diarrea, crampi allo stomaco, e altri disturbi gastrointestinali. Aprire e cospargere su piccole ferite per fermare le emorragie. Metterlo in un tè per abbassare la febbre. Lieve sedativo, può prevenire l’insonnia.
Acqua antartica - In un flaconcino spray da 100 ml riempito con acqua di rubinetto aggiungete: 10 gocce di o.e. di menta, 10 gocce di o.e. di eucalipto, una punta di cucchiaino di cristalli di mentolo. Agitate e lasciate riposare un’oretta prima di utilizzare. Si tratta di uno spray rinfrescante che nei momenti di calura più acuta donerà sollievo alla pelle accaldata e vi tirerà su grazie al potere aromaterapico degli oli essenziali impiegati. Ottima da utilizzare anche sul viso come tonico o su gambe e piedi gonfi.
Gel disinfettante fai-da-te - Mille volte meno chimico e più efficace, Risparmiate i soldi dell’Amuchina e preparatevi un gel disinfettante con una punta di bicarbonato sciolto in un cucchiaio di alcool alimentare e un cucchiaino di tintura madre di propoli; aggiungete una goccia di estr. di semi di pompelmo, 3 gocce di Tea Tree Oil e unite tutto a 50 ml di gel di aloe. Versate in un flaconcino adatto e l’ammazza-germi è pronto.
Bicarbonato - Non ditemi che non ve lo portate dietro già di default! E’ un ottimo disinfettante per pelle, frutta e superfici; è un deodorante naturale per piedi e ascelle ed evita l’eccessiva sudorazione; in una bacinella d’acqua bollente apre le vie respiratorie, nell’acqua del bagno svolge un’eccellente azione purificante e deodorante. Per approfondire vedi Bicarbonato di sodio: i 50 modi per utilizzarlo al meglio
ALTRE CONSIDERAZIONI
E’ buona cosa portare con sé  integratori naturali qualora l’alimentazione del momento sia carente. La vitamina C e la B aiutano a combattere lo stress, il magnesio aiuta il sonno e la stipsi.
A seconda dei piani, personalizza il tuo kit. Inserite bende, pinzette, termometri a lettura istantanea, fustagno per “seconda pelle” per le vesciche, bendaggi elastici per distorsioni, salviettine imbevute di alcool.
I PICCOLI RIMEDI DELL’ULTIMO MINUTO
Nausea (anche da auto, nave o aereo): liquirizia
Calo della pressione: zolletta di zucchero o Rescue Remedy e su le gambe!
Punture d’insetto, ustioni, meduse: olio essenziale di lavanda
Taglietti e piccole ferite: miele, olio di iperico o propoli
Bernoccoli e contusioni: crema all’arnica
Scottature da sole: gel aloe, lavanda o.e., olio di iperico
Shock e traumi: Rescue Remedy
Occhi arrossati, borse del giorno dopo: infuso di camomilla o fette di cetriolo
Mal di denti: un chiodo di garofano da masticare lentamente
Mal di testa: balsamo di tigre, o.e. di lavanda, o infuso di menta da bere
Diarrea: pastiglie di carbone vegetale per bloccarla
Dopo vomito o diarrea: fermenti vivi (possibilmente NON ricavati dal latte) e bere tanta acqua
Stitichezza: prugne, fichi, datteri. Oppure da una a tre tisane di liquirizia al giorno
Cistite e candida: estratto di semi di pompelmo (sotto controllo medico – esistono vari preparati in pastiglie o creme)
Per approfondire
http://www.naturalnews.com/036119_first-aid_kit_travel_emergency.html
http://herberiadelcorso.blogspot.it/2011/06/kit-di-pronto-soccorso-naturale-per-le.html
http://www.inerboristeria.com/rimedi-omeopatici-apis.html
http://www.inerboristeria.com/noce-vomica-nux-vomica.html
http://www.floriterapia.com/giardino/39.htm

Fonte

Tea Tree Oil / Melaleuca alternifolia

L'isolamento dell'Australia dal resto dei continenti ha permesso l'evoluzione di moltissime specie di flora e di fauna caratteristiche, e diverse da quelle esistenti nel resto del pianeta. Alcune di queste, come la Melaleuca alternifolia, sono risultate particolarmente proficue per l'uomo fin dai tempi più remoti.
Gli aborigeni della tribù Bundjalung definiscono questa pianta come
"il guaritore più versatile della Natura" e fin dai tempi antichi hanno utilizzato il suo estratto, l'olio di Melaleuca, e ne hanno trasmesso la conoscenza fino ai nostri giorni, quando la scienza ne ha dimostrato le numerose proprietà benefiche.

Il Tea tree oil è un olio essenziale che si estrae dalla Melaleuca, detta anche
Albero del the. La droga è costituita dalle foglie di Melaleuca alternifolia Cheel (fam. Myrtaceae), albero che cresce solo in una limitata area paludosa, lungo la costa nord del Nuovo Galles del sud, in Australia.
Il curioso nome di Albero del the (Tea Tree) gli è stato attribuito poiché lo scopritore dell'Australia, James Cook, imparò a preparare, imitando le usanze locali, un the rinfrescante con le foglie di quest'albero.
Da allora questo nome è rimasto, e anche i nuovi abitanti dell'Australia hanno imparato ad utilizzare le foglie di Melaleuca, per trarne tutte le benefiche virtù che gli aborigeni conoscevano da tantissimi anni.

Dalle foglie si estrae un olio essenziale, dal fortissimo odore e dal sapore assai intenso e caratteristico, cui si devono le proprietà che a questa pianta vengono attribuite.
L'olio essenziale di Melaleuca è un potente antisettico, antimicotico, antibatterico e antivirale, dalle proprietà fortemente deodoranti, conservanti, e leggermente anestetiche.
Il Tea tree oil
contiene ben 48 composti organici, numero che spiega le sue numerose proprietà, ma le sostanze più significative per la sua attività salutare sono due in particolare: il Terpinene e il Cineolo; esse devono essere presenti nel prodotto finito in percentuali ben precise, percentuali che evidenziano la qualità dell'olio essenziale.

Il governo australiano ha infatti stabilito per legge che, per essere classificato come Tea tree oil, l'olio di Melaleuca deve contenere oltre il 30% di Terpinene e meno del 15% di Cineolo (poiché esso sarebbe irritante se presente a concentrazioni maggiori), rispettando l'equilibrio che troviamo in natura.

Cerchiamo ora di capire come sfruttare al meglio le numerose proprietà di questa meravigliosa sostanza che la Natura ci mette a disposizione.
Innanzi tutto bisogna stabilire se usare l'olio essenziale puro, o se è il caso di diluirlo in liquidi o in creme o pomate: diciamo subito che la scelta quasi sempre dipende dalla sede di applicazione.
Pur essendo il Tea tree oil non irritante, alcune volte è necessaria una diluizione per applicazioni in sedi particolarmente delicate, come ad esempio le mucose; oppure semplicemente non è necessario, per la buona riuscita di un trattamento, utilizzare l'olio puro.

Viste le sue numerose proprietà, l'olio essenziale di Melaleuca trova indicazione in caso di
dermatiti, prurito, lievi ustioni, eritema solare, micosi della pelle e delle unghie, psoriasi, foruncolosi e acne, herpes, piede d'atleta, porri e verruche, forfora, infiammazioni delle gengive e della mucosa della bocca, afte, faringiti, tonsilliti; è anche un ottimo coadiuvante per problemi ginecologici.
In particolare l'olio essenziale puro è indicato per problemi gengivali, come ad esempio per toccature locali in caso di
afte, ma anche per herpes labiale che, se usato con tempestività ai primi sintomi, riesce a bloccare evitando le fastidiose e antiestetiche vescicole.
Anche in caso di micosi della pelle, come il piede d'atleta, ma soprattutto delle unghie, l'olio di Melaleuca si rivela veramente efficace, purché l'applicazione locale venga effettuata con costanza quotidiana e per un tempo sufficientemente lungo. Sempre puro il Tea tre oil è
ottimo per le punture di insetti, per piccole ustioni, di cui elimina rapidamente il dolore e spesso evita la comparsa della bolla.

Sotto forma di lozione, con una concentrazione del 15%, il Tea tree oil è utile in caso di
infezioni vaginali, sia per lavaggi esterni, sia per lavande interne, nella misura di un cc (un ml) per quarto di litro d'acqua; la stessa lozione è adatta anche per l'igiene della bocca e dei denti, quando ci siano infiammazioni delle gengive, arrossamenti della gola ecc., utilizzando 15-20 gocce in mezzo bicchiere d'acqua per sciacqui e gargarismi.
La lozione può essere utilizzata anche per massaggi locali antireumatici, ma anche in caso di tosse spalmandola pura sul petto e sulla schiena.

Sotto forma di crema al 5% è di grande aiuto in caso di
eritemi solari o da pannolino, prurito, infiammazione della pelle, irritazione delle mani o dei piedi, anche per eccessiva sudorazione, della quale contrasta il cattivo odore (sia nelle mani che nei piedi).

Invece, creme e lozioni detergenti a concentrazione più alta, circa il 20%, sono più indicate per combattere
l'acne, che contrastano efficacemente portando in breve alla sua scomparsa, poiché contribuiscono ad eliminare i batteri responsabili della formazione di brufoli e bubboni.

IN BOTANICA
è definito "Tea Tree Oil" l'olio essenziale ottenuto dalla distillazione delle foglie della Melaleuca Alternifolia, la pianta officinale che cresce sulla costa orientale dell'Australia. Le virtù di questo albero sono ben conosciute dagli aborigeni che, da secoli, utilizzano le foglie per curare le ferite e le infezioni cutanee.
IN CAMPO MEDICO
, fonti ufficiali attribuiscono all'olio essenziale di Tea Tree eccellenti proprietà antimicotiche, antisettiche e antibatteriche. I primi studi, che risalgono agli anni '20, hanno constatato l'alto potere di quest'olio nel contrastare le infezioni (proprietà antisettica). Durante gli anni '30, l'uso del Tea Tree Oil è stato scientificamente riconosciuto e prescritto per curare piorrea, gengiviti, infezioni rinofaringee e ginecologiche, infezioni da miceti e la paronichia.

Dopo la fine della guerra, l'uso del Tea Tree Oil ha subito un rallentamento a causa della somministrazione degli antibiotici e degli altri farmaci di sintesi. Nei primi anni '60, con la riscoperta della medicina tradizionale e la preferenza ai prodotti naturali, il Tea Tree Oil ha conosciuto una "seconda giovinezza" e, dall'inizio degli anni '70 fino ad oggi, numerose ricerche scientifiche, in particolare negli Stati Uniti, Australia e Francia, hanno dimostrato definitivamente le sue grandi proprietà.

In principio gli aborigeni si recavano a fare bagni curativi nelle lagune circondate da foreste di Melaleuca, dove le foglie dell’albero cadevano copiose negli anni rendendone balsamiche le acque, poi fu il momento del “Tea Tree” per l’uso succedaneo che ne facevano i marinai inglesi approdati in Australia, per poter mantenere la tradizione britannica del tea delle cinque. Pianta dal mercato altalenante, la cui coltivazione ha subito un pesante declino con l’avvento degli antibiotici, Melaleuca alternifolia gode da alcuni decenni una diffusione globale, a seguito del quale l’olio essenziale che se ne ottiene è divenuto ingrediente quasi ubiquitario, buono per tutte le stagioni. Attualmente infatti il Tea Tree Oil è utilizzato copiosamente dal dentifricio allo shampoo, dai prodotti curativi a quelli cosmetici, nelle formulazioni industriali ed in quelle estemporanee.

Nel 2006 alcuni microbiologi australiani hanno fatto il punto della situazione sulle proprietà e sugli usi dell’olio di Melaleuca alternifolia ed hanno condensato le loro impressioni sulla prestigiosa Clinical Microbiology Reviews (nel ranking delle riviste scientifiche di microbiologia è quarta su circa 90 riviste). La scelta ovviamente non è casuale, dato che il grosso delle attività ascritte al Tea Tree Oil riguardano l’
azione antibatterica ed antifungina.

Efficacia
. L’olio ha un’azione comparabile a quella di antibatterici, antibiotici ed antimicotici di origine farmaceutica in diversi casi (ma non tutti, sempre e comunque), con riscontri effettuati sia in vitro che in vivo, che in trials clinici su pazienti reali. Va detto che alcuni di questi trials sono stati condotti su un numero di pazienti limitato, mentre altri sono più solidi. In funzione della dose l’azione può essere sia batteriostatica che battericida (in alcuni casi già allo 0,1-1%) e lo spettro d’azione include anche organismi che abbiano sviluppato resistenza ad antibiotici o antibatterici. Riguardo all’induzione di resistenza, tutti i saggi effettuati hanno dato indicazioni positive: Staphylococcus aureus e Candida albicans non sono in grado di sviluppare resistenza al TTO (questo in larga parte a causa del meccanismo d’azione). Le azioni nei confronti di virus e protozoi sono ancora abbastanza limitate e frammentarie. Non tutti gli impieghi pratici, in situazioni reali, si sono dimostrati altrettanto efficaci come quelli simulati in laboratorio e possono essere necessari accorgimenti specifici in termini di dosaggio per ottenere buoni risultati o possono esistere nicchie in cui la risposta del TTO non è pienamente sufficente.
Nello specifico:
nel trattamento dell’acne TTO al 5% è comparabile al bemzoil perossido, ma con un migliore quadro in termini di effetti collaterali ed accettazione da parte del paziente. Nel trattamento del piede d’alteta (Tinea pedis) i risultati migliori sono stati conseguiti con Tea Tree Oil al 25% in etanolo e glicole polietilenico. Uno shampoo contenente il 5% di olio ha dato riscontri positivi nel trattamento della forfora moderata.

La cura di infezioni tradizionalmente ostiche come le
onicomicosi ha dato alcuni risultati positivi ed in generale la sua efficacia risulta quantomeno confrontabile con quella dei trattamenti convenzionali.
Uno studio in laboratorio ha valutato la frequenza dell’insorgenza di ceppi di Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis ed Enterococcus faecalis resistenti all’olio di melaleuca e/o alla rifampicina. La frequenza di insorgenza di resistenza nei confronti dell’olio di melaleuca era molto bassa per lo Staphylococcus aureus (<10(-9). Risultati simili si notavano anche per gli altri due batteri qui studiati. La frequenza di insorgenza di resistenza per la rifampicina era di 10(-8) per i ceppi di Staphylococcus aureus. Lo studio indica che i principali ceppi di Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis ed Enterococcus faecalis divengono molto raramente resistenti all’olio di melaleuca.Hammer K.A. et al. La frequenza della comparsa di resistenza verso la rifampicina o l’olio di melaleuca in alcuni tipi di batteri (Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis ed Enterococcus faecalis). Int J Antimicrob Agents. 2008 Jun 18. [Epub ahead of print].
TEA TREE è in grado di contrastare molteplici disturbi: Rinite, sinusite, raffreddoreSpalmare l’olio direttamente sotto le narici più volte al giorno
Mal di golaL'olio essenziale di tea tree ha proprietà antinfiammatorie ed antivirali. La sua azione espettorante può essere utile per ridurre il muco provocato da bronchite od infezioni dell'apparato respiratorio. Per le infezioni della bocca o della gola si consiglia di eseguire degli sciacqui con 4-5 gocce di tea tree in un bicchiere di acqua, mescolando bene, oppure prediluire in 20 gocce di propoli o in un po’ di miele.
Stomatite aftosa e candidosi del cavo oraleIl tea tree combatte molte infezioni della mucosa orale, tra cui le afte e micosi in genere.
Per le infezioni della bocca o della gola si consiglia di eseguire degli sciacqui con 4-5 gocce di tea tree in un bicchiere di acqua, mescolando bene, oppure prediluire in 20 gocce di propoli o in un po’ di miele.
Ascesso dentario
Applicare poche gocce direttamente sull’ascesso 3 volte al giorno.
In caso di eczema e problemi della pelle, acne
Le proprietà disinfettanti dell'essenza possono curare anche le dermatiti, l'herpes, tagli e piaghe infette. Le proprietà battericide rendono l'olio essenziale di tea tree un ottimo rimedio per i vari tipi di acne. Diluire sempre l'olio essenziale al momento dell'uso (vedi anche crema Tea Tree).
Pidocchi
Aggiungere 15-20 gocce ad un cucchiaio di olio di oliva, lasciare in applicazione sui capelli per 1 ora, quindi fare lo shampoo (indicato lo shampoo al Tea Tree Oil)
Micosi (inclusa micosi interdigitale e ungueale)
L'essenza è un eccellente funghicida efficace nella cura della Tinea cruris.
In questi casi si consiglia di eseguire le applicazioni dell’olio essenziale di tea tree concentrato, due-tre volte al giorno, massaggiando accuratamente per permettere una diffusione e una concentrazione dell'olio efficace a livello tissutale, fino allo sparire dell’infezione.
Verruche, porri e duroni
Applicare 2 gocce e massaggiare 3 volte al giorno.
Punture di insetti
Applicare subito poche gocce e massaggiare
Parassiti degli animali
Le proprietà parassiticide dell'olio essenziale di tea tree possono aiutare ad eliminare eventuali parassiti presenti nel pelo degli animali. In tali casi si consiglia di usare l'olio sempre diluito.
Forfora e dermatite seborroica del cuoio capelluto
Le proprietà disinfettanti e seboregolarizzanti dell'essenza possono giovare in caso di dermatite e problemi del cuoio capelluto.
Si possono effettuare frizioni per combattere la forfora ed il prurito o aggiungere l’olio essenziale allo shampoo ( 3 gocce di tea tree per una dose di shampoo, vedi anche shampoo Tea Tree).
Crosta lattea
Aggiungere 5-6 gocce di Tea Tree Oil ad un po’ di olio di oliva, applicare sul cuoio capelluto e massaggiare. Tenere lontano dagli occhi.
Sistema Nervoso
Anche se utilizzato prevalentemente per disturbi fisici, il Tea Tree agisce anche tonificando il sistema nervoso in caso di stanchezza, fatica mentale, inerzia, tendenza alla depressione, specie in soggetti con difese organiche indebolite e con una depressione immunologica. L’olio essenziale di tea tree con il suo aroma forte e pungente sembrerebbe favorire le capacità reattive dell’individuo


fonte

domenica 9 dicembre 2012

che rapporto c'e' tra BANCHE, GOVERNO e POPOLO


LA GRANDE TRUFFA: FATELA CONOSCERE A TUTTI

Con questi appunti, che non vogliono essere un articolo, si cerca di ricapitolare, per titoli, la truffa che stanno attuando sulla nostra pelle. Si ha solamente l’ambizione di semplificare delle linee guida per la necessaria opera di divulgazione giornaliera su come questi criminali ci stanno massacrando economicamente, e non solo.
 
408954 238413322913964 173278516094112 508847 176539380 n
 
L’ euro non è una moneta sovrana. La moneta è estranea alla nazione, è una valuta estera. Gli Stati non hanno sovranità su questa moneta ma sono costretti a chiederla in prestito alla BCE che detta le sue condizioni
 
Se la valuta che si usa nella nazione è presa a debito da altri non è moneta sovrana e la nazione potrebbe fallire proprio perché la moneta è di altri, che possono darla o non darla
 
Se una moneta è presa a debito si debbono pagare gli interessi ed il denaro che viene usato a questo scopo viene a mancare per gli investimenti ed i servizi:
 
1) BCE autorizza l’emissione di moneta, che rimane di sua proprietà, e la presta agli Stati
 
2) Gli Stati, a causa degli interessi composti, non riescono più a pagare
 
3) La BCE chiede misure fiscali, di politica del lavoro e le privatizzazioni per essere sicura di incassare gli interessi
 
4) Lo Stato inasprisce la pressione fiscale, creando recessione,  e vende i beni nazionali svuotando la Nazione degli stessi beni necessari alla produzione o alla qualità della vita
 
5) Per mantenere questo sistema usuraio la BCE usa ogni arma a sua disposizione per bloccare l’emissione di moneta direttamente da parte degli Stati ( trattati di Maastricht e Lisbona ). In particolare il Trattato di Lisbona esautora gli Stati della propria sovranità in quanto è stato introdotto come Nuova Costituzione Europea che ha la precedenza rispetto a qualsiasi altra Costituzione Nazionale

venerdì 23 novembre 2012

Ricordatelo: Costui ha ricevuto il nobel per la pace

IPOCRISIE...DEL POTERE. OBAMA DOCET



OBAMA:

"Non c'è Paese al mondo che tollererebbe che dei missili, provenienti da oltre i suoi confini, piovessero sui suoi cittadini"

SECONDA FOTO:

I missili lanciati in Pakistan da droni USA. Fonte: www.guardian.co.uk

Eccesso di lacrimogeni, la verdura è tossica


A San Giuliano l'Asl sigilla gli orti

I lacrimogeni sono arrivati a centinaia negli orti e l'odore acre fin dentro le case, nonostante le finestre chiuse. San Giuliano è una piccola frazione di Susa, a nord-est del capoluogo, dove dovrebbe sorgere la stazione internazionale dell'alta velocità e diverse case saranno demolite. Uno striscione recita: «Qui condannati a morte dal Tav». Ora, oltre alle persone a subirne le conseguenze sono i cavolfiori, i finocchi e la salvia, colpiti dai tossici gas Cs (i viticoltori dell'Avanà, alla Maddalena, ne sanno qualcosa) lanciati dalle forze dell'ordine mercoledì sera.
Alcuni abitanti si sono rivolti all'Asl, preoccupati. E ieri, dopo il sopralluogo del Sian di Rivoli (Struttura complessa igiene degli alimenti e della nutrizione), è stato sconsigliato il consumo degli ortaggi: «Pur non ritenendo ci siano rischi specifici - ha spiegato l'ufficio relazioni col pubblico dell'Asl To3 - per precauzione e in attesa di altre analisi abbiamo consigliato di non mangiare le verdure dell'orto. Sono prodotti destinati al consumo domestico (non commerciale), dove non sembrerebbe si sia depositata polvere. Ma stiamo svolgendo analisi in sinergia con l'Arpa, anche perché quello dei cs è un inquinamento militare che generalmente non trattiamo». Meglio andare cauti.
San Giuliano, con la nuova stazione, sarà probabilmente il comune che più direttamente patirà la realizzazione dell'opera. La zona colpita dai gas tossici è un'area di 300 metri quadrati dove vivono dieci famiglie con altrettanti terreni davanti a casa. Il Comune di Susa ha inviato la polizia municipale e richiesto l'intervento degli organi competenti ma per ora non ha emesso nessun decreto.
Continua, intanto, la mobilitazione No Tav, dopo il corteo a Chiomonte, un'altra passeggiata in Clarea è in programma per domani mattina. Ieri, due attivisti sono stati fermati da polizia e carabinieri perché farebbero parte di un gruppo che avrebbe bloccato, minacciandolo, un poliziotto in borghese della stradale che si trovava all'esterno del cantiere per un sopralluogo, intento a scattare fotografie.
 

Medioriente: proviamo a capirci qualcosa

Medioriente: verso la III guerra mondiale?


Cosa sta succedendo in medio oriente? Fino alla settimana scorsa non si sentiva parlare da un bel po’ di Gaza e Hamas, poi di colpo sappiamo tutti quel che è successo. Ma parallelamente la questione siriana è scomparsa dalle prime pagine dei giornali, nonostante i combattimenti continuino. Ci si è invece concentrati sulla nuova coalizione di opposizione siriana riconosciuta da diversi stati tra cui l’Italia. Ma se leggiamo altri giornali la versione è diversa e Assad viene presentato come un governante afflitto da movimenti interni finanziati e sobillati dai servizi segreti degli stati stranieri.
In queste righe troverete una raccolta di notizie da varie testate di diverse nazioni. Giusto per farci un’idea di quanto complessa sia la situazione e di come parziale sia ciascun punto di vista.

Partiamo da una notizia poco diffusa in Italia: mercoledì 24 ottobre Israele ha attaccato la fabbrica di munizioni di Yarmouk, in Sudan.
La denuncia è arrivata dal ministro sudanese dell’informazione, Ahmed Belal Osman spiegando come siano stati visti 4 aerei caccia arrivare da est.
Anche l’ambasciata sudanese in Inghilterra denuncia l’accaduto.
Israele non conferma nè smentisce ma accusa il Sudan di essere uno snodo chiave per la fornitura di armi a Hezbollah e ad Hamas.

Degli esperti del Satellite Sentinel Poject (SSP) hanno confermato il bombardamento sul sito di Yarmouk a Kartoum rilevando crateri larghi 16 metri.
Come riferisce il portavoce del SSP Jonathan Hudson all’Associated Press - L’esplosione ha interamente distrutto due edifici e gravemente danneggiato altri 21 appartenenti al complesso militare di Yarmouk -.
Il capo di stato maggiore delle forze armate russe, il generale Nikolai Makarov, ha affermato che al Cremlino sono giunte voci circa il fatto che l’Egitto a seguito di questo attacco in Sudan ha deciso di dispiegare i suoi bombardieri e caccia nella base segreta vicino a Kursi, nell’ovest del Sudan.
Di questa base se ne era già parlato due anni fa a seguito di cablogrammi di Wikileaks dove si apprendeva che questa base nasceva per permettere all’Egitto di avere un punto di forza per un eventuale attacco all’Etiopia e alle sue dighe sul Nilo. L’Egitto infatti, trovandosi nell’ultimo tratto di percorso del Nilo, teme che dighe e altre operazioni fatte in territorio etiopico possano incidere sulla quantità e qualità di acqua sul territorio egiziano.
Il generale Makarov continua sottolineando come l’Egitto abbia anche dispiegato grandi numeri di artiglieria e soldati sui confini con la Libia.
Libia con 46,5 bilioni di barili di petrolio all’anno è la prima economia petrolifera dell’Africa con una produzione almeno 10 volte superiore a quella dell’Egitto.
Con un’invasione in Libia, sfruttando l’instabilità politica di questo momento, l’Egitto potrebbe appropriarsi delle riserve petrolifere della Libia.
Un’invasione che porterebbe alla disintegrazione delle nazioni del Nord Africa così come noi oggi le conosciamo.
Questa è una delle preoccupazioni del generale russo.
La situazione del nord Africa e del medioriente è quindi molto più complessa di quanto ci venga presentata dalla stampa occidentale.

Non solo i disordini in Siria e i conflitti, per ora verbali, tra Israele e diversi paesi arabi.
La situazione di instabilità generale dopo la primavera araba potrebbe portare ad scenari dove l’Egitto da un lato deve difendersi da possibili attività etiopiche per controllare le acque del Nilo, dall’altro potrebbe approfittare della situazione in Libia per estendere i propri confini e beneficiare delle grandi quantità di petrolio libico.
In tutto questo vanno considerate le diverse alleanze tra i paesi e lo scambio di armi e munizioni come il Sudan con i paesi antioccidentali ed antiisraeliani.
In questo contesto l’attacco di Israele alla base Sudanese e la più grande esercitazione congiunta con l’esercito americano prendono sempre più significato.
E cosa dire della mossa del presidente egiziano Morsi, poco battuta dalle agenzie di stampa italiane? Morsi con un decreto ha licenziato il procuratore generale e assunto i suoi poteri (AlJazeera). El Baradei (ex presidente dell’AIEA) scrive su twitter: “ha oggi usurpato tutti i poteri dello Stato e si è di fatto autoproclamato nuovo faraone” e aggiunge: “un duro colpo per la Rivoluzione che potrebbe avere conseguenze terribili”. (ANSA).
Inutile raccontare della recente escalation tra Hamas ed Israele.
Questa panoramica di collage di notizie dal mondo ci fa capire come l’equilibrio in medioriente sia decisamente instabile.
A tutto questo non va dimenticato di aggiungere la pesante crisi che sta vivendo il mondo occidentale.
Avvicinamento alla III guerra mondiale? Staremo a vedere

Fonte:
Senmut

Fonti per approfondire:
http://www.eutimes.net/2012/10/egypt-prepares-for-total-war-after-israeli-air-strike-on-sudan/
http://rt.com/news/sudan-yarmouk-factory-satellite-airstrike-405/
http://allafrica.com/stories/201209040180.html
http://www.guardian.co.uk/world/2012/oct/25/israeli-sudanese-factory-secret-war
http://www.guardian.co.uk/world/2010/dec/06/wikileaks-sudan-iranian-arms-gaza
http://www.sudantribune.com/spip.php?article44318
http://abcnews.go.com/Blotter/israeli-attack-sudan-practice-iran/story?id=17563539

mercoledì 7 novembre 2012

Come fare i Germogli in casa



Dopo aver letto le straordinarie proprietà dei germogli nell’articolo La meraviglia dei Germogli per il nostro corpo, ecco come farli in casa in tutta semplicità  e in poco tempo con metodi casalinghi oppure acquistando dei prodotti dedicati. È stato osservato inoltre che persone intolleranti ad alcuni cereali o legumi possono assumerli senza problemi nella forma germinata.
La coltivazione dei germogli è alla portata di tutti, richiedendo uno spazio ridotto e cure minime.In soli 40 cm infatti è possibile coltivare innumerevoli quantità di germogli, a casa propria, limitandosi a poche annaffiature e ottenendo un alimento che viene considerato tra i più nutrienti e ricchi di vitamine e sali minerali.
In 4 giorni di media è già pronta la prima coltivazione di germogli e il loro consumo può diventare in breve una sana abitudine alimentare, un risparmio sulla spesa grazie all’autoproduzione e un tocco molto originale per piatti e bevande.
Dai comunissimi germogli di soia e lenticchie, fino ai germogli di cavolo rosso, fieno greco e fagiolo mung, vengono illustrati uno ad uno per proprietà nutritive e peculiarità di coltivazione, con una tabella riassuntiva finale.
I germogliatori domestici, utili attrezzi alla coltivazione dei germogli, vengono analizzati per tipo e utilizzo, fornendo anche alcuni tutorial illustrati per ottenere germogliatori fai-da-te con poca spesa e minimo sforzo.
Quali semi far germogliare: innanzitutto esiste un ottimo e completo manuale ossia “L’orto dei germogli” di Grazia Cacciola che spiega quali sono i semi adatti a fare germogli commestibili, come farli in casa, usarli e consumarli.

I Segreti del PH: come usarlo per un Corpo Sano e pieno di Energia



Il corpo umano potrebbe tranquillamente arrivare ai 120 anni eppure nessuno riesce a raggiungere questa veneranda età. Le cause di questo, se escludiamo gravi patologie, possono essere collegate al pH. L’equilibrio del pH è la chiave per vivere una vita sana e piena di energia. I concetti di salute e guarigione si basano sulla nozione di equilibrio. Si è in equilibrio soltanto quando, internamente, c’è equilibrio tra acidità e alcalinità. Questo equilibrio è l’equilibrio più cruciale dell’organismo ed è essenziale per garantire salute, energia e vitalità. 
Tutte le reazioni, che definiscono le condizioni essenziali di un ambiente in cui la “vita” sia possibile, si svolgono nell’ambito di  determinati valori, tra questi il più importante è il rapporto acido/basico. All’interno del nostro organismo questo rapporto dovrebbe sempre rimanere costante, si possono però creare delle condizioni troppo acide oppure troppo basiche.
Per misurare il rapporto acido/basico viene utilizzato un termine di paragone chiamato “pH”. Nel campo medico, il pH viene utilizzato per misurare il liquidi organici ed in particolare il sangue, la saliva e l’urina.
Il pH misura l’acidità o l’alcalinità di una soluzione liquido. La scala acido-alcalina va dallo 0 (estremamente acido) al 14 (estremamente alcalino), col neutro al punto 7.
Ogni punto in più o in meno equivale a un incremento di 10 volte, per cui l’acidità di un pH a livello 5 è 10 volte più alta dell’acidità di un pH a livello 6.
Per una buona salute questo rapporto tra acidità e alcalinità dovrebbe sempre rimanere costante, sebbene possono verificarsi condizioni troppo acide (situazione assai frequente) o troppo basiche (condizione abbastanza rara).

martedì 30 ottobre 2012

"Uragano spaziale"

 
Misurato uragano gigantesco dall’osservatorio ‘Chandra X-Rey’, che lo ha individuato nello spazio più profondo. Chandra non finisce più di stupire grazie alla tecnologia che si evolve giorno dopo giorno. Infatti è notizia recente che l’osservatorio ha rilevato un enorme uragano e misurato i suoi venti che pare superino i 30 milioni di km orari ed è ubicato nelle vicinanze di un buco nero. La rilevazione è stata effettuata oltre che grazie all’ausilio dell’osservatorio del Michigan, anche per il lavoro eseguito da un team di ricercatori che vi opera quotidianamente. È dunque provato che nello spazio possano formarsi degli uragani e che uragani! Inimmaginabile la velocità dei venti che sono stati misurati, sulla Terra un simile fenomeno avrebbe già distrutto ogni cosa. Se si pensa che un uragano terrestre, almeno di quelli monitorati fino ad oggi, non può superare velocità dei venti superiori a 250-300 km orari, il solo provare ad immaginare un uragano che gira vorticosamente ad una velocità di 30 mln di km orari è impensabile. Chandra tiene sotto costante monitoraggio questo fenomeno e i ricercatori si augurano di poterne sapere di più entro breve.

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lunedì 22 ottobre 2012

Esperienze di guarigione e disintossicazione dai metalli pesanti (e altro ancora)

In questi tempi di continuo aumento di patologie come la sclerosi multipla, il parkinson, l'alzheimer, malattie sicuramente con-causate dal bio-accumulo di metalli pesanti (alluminio, bario, mercurio), può essere utile informarsi su esperienze di guarigione e di chelazione.
Ovviamente quanto qui sotto riportato, e quanto potete leggere ai link segnalati, dovrebbero portarvi ad un approfondimento personale e poi ad una valutazione assieme al vostro medico di base, che conoscendovi dovrebbe essere in grado di valutare indicazioni e contro-indicazioni dell'assunzione di qualsiasi sostanza in base al vostro stato di salute ed alle vostre eventuali patologie.
Iniziamo con il resoconto di Matteo Dall'Osso, guarito dalla sclerosi multipla grazie ad una terapia chelante (ovvero che "chela", aggancia i metalli pesanti e li elimina dall'organismo), che ci illustra la sua esperienza con il prodotto Ultrathione, il Cellfood e il VM2000:
Nell'articolo vengono illustrate le proprietà chelanti dell'Ultrathione (vedi il sito relativo) e antiossidanti/energizzanti del Cellfood (facilmente reperibile anche in molte farmacie che vendono prodotti omeopatici naturali, integratori). Viene anche citato l'integratore di minerali vitamine (ed altro) VM2000 della Solgar, anch'esso facilmente reperibile in molte farmacie (e negozi di prodotti naturali).

Ancora non so se ci siano mezzi alternativi all'ordine tramite internet per procurarsi l'Ultrathione, ma esistono prodotti simili (sebbene un po' più blandi) facilmente reperibili n molte farmacie e negozi di prodotti naturali, come l'Immunosol della ditta Herboplanet.
Quanto agli integratori di alga spirulina esistono confezioni enormi di alga in polvere vendute da http://www.arganiascorbile.it/ (da sciogliere in acqua e bere eventualmente) o barattoli di pillole (io ho scoperto di recente che presso i negozi del commercio equo e solidale si trovano le compresse di spirulina coltivata a Cuba, abbastanza lontano quindi dal fall-out radioattivo Giapponese).
Sulle proprietà dell'alga spirulina e su altre possibili difese dell'organismo e del suo sistema immunitario rimando al corposo testo Sopravvivere (alle insidie dell'avvelenamento quotidiano) già diffuso dal sito tanker enemy e da scienzamarcia.
Ci sono poi altre possibilità, secondo alcune esperienze lette o riferite, per disintossicare l'organismo, dalla dieta vegan tendenzialmente crudista di Valdo Vaccaro, che in un articolo del suo blog affronta pure il problema dei metalli pesanti e suggerisce un semplice centrifugato per favorire la chelazione dolce (vedi valdo-ti-mette-le-ali.html) al digiuno terapeutico che favorisce la disintossicazione dai metalli (mi hanno riferito di persone che con sono guarite dalla sclerosi multipla anche grazie al digiuno). Ovviamente si tratta di esperienze al momento difficilmente validabili dalla scienza, ma ben sappiamo d'altronde che la medicina moderna è succube del potere delle multinazionali del farmaco e poco si cura di metodi semplici e gratuiti per ottenere la salute. Qui sotto i centrifugati consigliati da Valdo Vaccaro (non mi chiedete le dosi, attenti però con lo zenzero che è lassativo):
Per chi vuole dimagrire, o comunque risistemare l’intestino, contrastando la diverticolite e la disbiosi intestinale, combattere l’avvelenamento interno da minerali pesanti e da scorie minerali inorganiche, l’arma decisiva è il centrifugato di carota-sedano-zenzero-ananas, o quello di bietola-sedanorapa-zenzero-mela, o quello di rapa-topinambur-patata-patatadolce-zenzero-mela.
Questi centrifugati vanno bene anche per chi voglia aumentare di peso, ma per periodi più limitati, trattandosi di bevande chelanti, fluidificanti e leggere in termini calorici.
E come non ricordare le proprietà chelanti dell'aglio, della vitamina C, della curcuma e del coriandolo? Però state attenti se per caso avete ancora in bocca degli amalgami (otturazioni contenenti mercurio) nel qual caso l'assunzione di sostanze chelanti causa un effetto negativo infatti essendo la fonte del mercurio sempre presente in bocca occorre aspettare la sostituzione delle vecchie otturazioni (solo con procedura protetta, ovvero con diga e aspiratore) prima di assumere sostanze chelanti, persino quelle blande come gli alimenti succitati. Ciò non toglie che si possano assumere dei prodotti omeopatici che aiutano l'organismo a smaltire i metalli pesanti (chiedete al vostro omeopata di fiducia, io ricordo solo di avere usato il limphomyosot dopo ogni rimozione di amalgama).
Anche il magnesio rafforza le difese immunitarie e può essere un valido aiuto, attenzione però che gli integratori di magnesio sono proibiti a chi soffre di insofferenza renale (come ho detto all'inizio occorre sempre valutare ogni scelta col vostro medico curante senza improvvisare troppo). Come integratori oltre al cloruro di magnesio, alquanto amaro, esiste anche una formulazione più "appetibile" come il magnesio supremo, ma ricordiamoci che il magnesio è contenuto nell'alga agar, nel basilico, nel coriandolo ed in altre spezie, nei cereali integrali, nei semi di zucca, nelle mandorle , negli anacardi ed in altri alimenti ancora (vedi tabella).
Poco conosciute sono le virtù del solfato di magnesio o sale amaro (costo della bustina da 30 grammi circa 80 centesimi) disintossicante utile in caso di intossicazione acuta da bario. Il sale amaro entra anche nella procedura per la disintossicazione del fegato diffusa dalla dottoressa Clark.  Ovviamente non occorre esagerare per non sovraccaricare i reni e anche perchè a dosi superiori ai 10 grammi è lassativo. 

Qui sotto 3 link sul sale amaro.

http://scienzamarcia.blogspot.com/2011/01/pubblicazione-scientifica-collega.html 

Per finire segnalo l'ottimo libro Ripulire gli organi interni di Pierre Pellizzari che costa poco e presenta una serie di metodi abbastanza facili da mettere in pratica per ripulire e detossificare l'organismo.







  
fonte 

Consiglio anche la lettura di un ottimo articolo in merito ai metalli pesanti
http://dioni.altervista.org/metalli_pesanti.html

domenica 21 ottobre 2012

La regola del "tre"

Forse non è corretto chiamarla "regola": nel survival non esistono regole, di nessun tipo e di nessun livello. Ogni situazione è a se e non esistono dettami che possono essere applicati così come sono a tutte le diverse situazioni. Forse è più corretto chiamarle "principi di base".

Tuttavia nel survival è largamente condivisa ed accettata "la regola del tre", a volte con qualche variante minore.

Come solitamente si fa per gli aspetti concettuali/teorici del survival , i principi sono volutamente mantenuti il più semplice possibile, e facili da ricordare, ad esempio tramite l'uso di acronimi o altri sistemi di memorizzazione. Questo perchè nel momento dell'emergenza non si possono ne commettere errori, ne perdere tempo prezioso nel ricordarsi cosa bisogna fare.

La regola del 3 ha come scopo quello di mettere nell'ordine giusto gli elementi che possono portarci alla morte in caso di incidente o emergenza. Una volta messi in ordine è più semplice sapere quale livello di importanza ed urgenza hanno i diversi aspetti di una emergenza.
"Posso sopravvivere:
  • 3 minuti senza aria
  • 3 ore senza riparo
  • 3 giorni senza acqua
  • 3 settimane senza cibo"
Alcuni, più romantici (o consapevoli degli aspetti spicologici), aggiungono anche:
  • 3 mesi senza speranza
  • 3 anni senza amore"
Il significato dei singoli "3" è abbastanza intuitivo e si rifà alla sopportazione media di un individuo in buona salute alla privazione di una delle principali fonti di sostentamento fisico. A volte suscita perplessità la parte "3 ore senza riparo": questa si riferisce ai casi di condizioni ambientali o climatiche avverse quali quelle che si possono trovare nei deserti caldi (rischio insolazione e disidratazione) in alta montagna o in mare aperto (a rischio ipotermia). Si sono ovviamente verificati più volte casi di soggetti che hanno sopportato quelle privazioni per periodi più lunghi, tuttavia possiamo considerare l'approssimazione come efficace rispetto al suo scopo.
Risultano quindi subito chiare due cose:
  • abbiamo una lista di priorità in base a cui considerare quali azioni mettere in atto per prime
  • non può essere definita una regola per ogni individuo: c'è chi riesce a tenere il fiato 1 minuto, chi 5, e anche la sopportazione della fame e della sete sono molto soggettive ed influenzate da elemendi al contorno quali l'alimentazione dei giorni o mesi precedenti e il dispendio calorico (a sua volta dovuto a tanti diversi fattori)
  • non può essere definita una regola : non è infatti detto che mi trovi sempre in una situazione in cui tutti questi aspetti (ventilazione, mantenimento della temperatura corporea, provviste) siano contemporaneamente a rischio e quindi, in alcune specifiche situazioni le priorità possono cambiare
La regola del tre può essere utilizzata per diverse cose nell'ambito del survival. Ovviamente la dobbiamo prendere in esame nel momento di un disastro o di una emergenza in cui la nostra vita potrebbe essere in pericolo, ma possiamo anche prenderla in considerazione quando approntiamo il nostro kit di sopravvivenza o quando analizziamo uno scenario e prepariamo una strategia da mettere in atto.

fonte

Lo Shampoo fai da te


CI AVETE MAI PENSATO ?
Una soluzione ideale per proteggere i vostri capelli, l’ambiente e il portafogli. Usando ingredienti naturali di facile reperimento e abbandonando una volta per tutte i prodotti in commercio contribuirete alla riduzione di rifiuti, non dovendo più buttare ogni anno decine di flaconi di plastica, e tornerete ad avere dei capelli sani e belli dicendo basta agli agenti chimici che vanno ad irritare la vostra cute. Dallo shampoo alla rucola a quello alla farina di ceci, abbiamo scelto per voi una serie di ricette per creare dei prodotti per capelli ecologici sia che abbiate dei capelli normali che danneggiati. Importante: Prima di usare questi prodotti accertatevi di non avere particolari allergie.
PER CAPELLI NORMALI ALLA RUCOLA
Iniziamo con una ricetta dedicata a coloro che desiderano usare uno shampoo 100% naturale, pur non avendo particolari problemi di allergie o capelli indomabili. Stiamo parlando dello shampoo a base di rucola, un prodotto facilmente reperibile in natura e quindi a costo zero, che permette di pulire a fondo il capello e non irrita in alcun modo la cute rispettandone il Ph. Procedete con il preparare un infuso di rucola, lavatene una generosa quantità e mettetela a bollire in mezzo litro d’acqua per circa 15 minuti. Vi consigliamo di aggiungere all’infuso un cucchiaio di bicarbonato o di zucchero (quello che avete in caso al momento) che aiuterà a migliorare l’azione detergente della rucola. Inoltre grazie alla sua delicatezza lo shampoo alla rucola è adatto ad un uso frequente.
PER CAPELLI SECCHI ALL’UOVO
Da uno squilibrio nella produzione di sebo all’inquinamento atmosferico. Sono diverse le cause di capelli secchi e opachi, un problema di molte ragazze che si ritrovano ad avere una chioma spenta e tendente alla formazione di doppie punte. Una soluzione ottimale per permettere ai capelli di tornare forti e lucenti è quella di usare uno shampoo all’uovo. Grazie alla lecitina e alle vitamine in esso contenute, con questo prodotto in poche applicazioni e senza spendere grosse cifre risolverete il vostro problema.Mescolate due tuorli d’uovo con del succo di limone e qualche goccia di rhum o acquavite, distribuite il composto massaggiando sul cuoio capelluto e lasciate agire per una mezz’oretta, con la testa avvolta in un asciugamano. Quindi risciacquare abbondantemente.
PER CAPELLI GRASSI A BASE DI CECI
Scegliere lo shampoo giusto per combattere contro capelli grassi e tendenti alla caduta risulta una missione davvero difficile. Questo tipo di capelli richiede dei lavaggi frequenti, quasi quotidiani, e per questo occorre utilizzare un prodotto non aggressivo. Purtroppo gli shampoo in commercio spesso non riescono a soddisfare la richiesta di coloro che hanno questo problema. Ad aiutarvi a ritrovare di nuovo il vostro equilibrio e contrastare la perdita di capelli ci penserà la farina di ceci. Procedete con versare con un imbuto all’interno di un flacone due cucchiai abbondanti di farina di ceci. A seguire aggiungete 250 ml di acqua tiepida e due cucchiai di aceto. Agitate energicamente la soluzione, mescolando bene gli ingredienti e in piccole dosi distribuitelo sul cuoio capelluto. Vi consigliamo di risciacquare accuratamente evitando di lasciare dei rimasugli di farina di ceci in testa.
BALSAMO FAI DA TE ALL’ARANCIA E OLIO DI COCCO
Oltre allo shampoo è importante scegliere con cura anche il balsamo. Per questo abbiamo deciso di chiudere con una ricetta per la preparazione di un balsamo fai da te all’arancia e olio di cocco. Due ingredienti che possiedono proprietà benefiche per i vostri capelli, rendendoli sempre nutriti e morbidi. Mettete a scaldare 300 ml di acqua distillata sino a farla bollire, poi sbucciate due arance e conservatene la scorza. A seguire prendete le scorze e lasciatele in infusione per circa 20 minuti nell’acqua bollente. Frullate insieme in un mixer l’infuso di arancia con 10 grammi di olio di cocco (circa 2 cucchiaini) e 20 grammi di gel di semi di lino.
Questo balsamo fai da te andrà applicato sui capelli bagnati e lasciato agire per qualche minuto. E risciaquate con abbondante acqua tiepida.

fonte:  http://ilfattaccio.org/2012/10/19/lo-shampoo-fai-da-te-4-modi-per-autoprodurlo/

Ritirati lotti di vaccino esavalente...SI...ma non in Italia

ESAVALENTE: siamo alla resa dei conti

 
Sembra impossibile che oggi il mondo sia arrivato a questo punto. Siamo inorriditi dai giornalisti burattini del sistema.
Ritirano molti lotti di vaccino esavalente in 19 paesi al mondo e nessuno ne parla, o meglio quell’unico che ne parla riporta concetti in modo ambiguo. Immediatamente dopo ritirano 2,3 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale e tutti i quotidiani ne parlano come se fosse merito dell’efficacia e dell’efficienza del sistema di Farmacovigilanza.
Considerato che in questo paese non esistono due differenti organi di Farmacovigilanza, denominati  entrambi AIFA, è impossibile da comprendere come sia possibile incensarne l’efficacia e l’efficienza [due parole care al Servizio Sanitario Nazionale] quando solo 48 ore prima era incorsa nella più grande topica del secolo a danno della salute dei nostri figli.
Questa manovra mediatica rientra in precise tecniche di comunicazione dei media: enfatizzare una notizia per far passare assolutamente in secondo piano la notizia più importante, senza che nessuno se ne possa render conto, è un gioco risaputo.
Volete la prova? … Ve la forniamo subito!

Dei vaccini esavalenti ritirati in mezzo mondo, destinati a neonati di 3 mesi, ancora oggi non ne parla alcun quotidiano pur sapendo che valanghe di genitori [che si scambiano informazioni in tempo reale sui social networks] hanno chiesto comprensibili rassicurazioni alle varie ASL. La notizia ufficiale del ritiro è esplosa a livello globale nella settimana dal 6 al 13 ottobre, con successivo aggiornamento in data 16 ottobre a seguito delle forti pressioni esercitate dagli stessi genitori nei confronti delle autorità preposte e della ditta produttrice.
La seconda [!!!] segnalazione dell’azienda produttrice il vaccino antinfluenzale, la olandese Crucell, che ha riscontrato “potenziali pericoli” per la salute in due [su 32] lotti del vaccino antinfluenzale Inflexal V, arrivando così alla decisione di ritirare l’intera produzione, riporta la data del 1 ottobre.
Sarà un caso [è sempre un caso!], ma quest’ultima notizia viene amplificata da tutti i media solo successivamente e immediatamente a ridosso del ritiro preventivo dell’Infanrix Hexa, quando il tam tam era diventato ormai di dominio pubblico sulle pagine di tutti i Ministeri della Salute… tranne il nostro, troppo impegnato a promuovere campagne vaccinali antinfluenzali pur contro ogni evidenza scientifica di utilità!
Ciò che il nostro Ministero della Salute dimentica, così come la Farmacovigilanza dell’AIFA e i giornalisti burattini del sistema, è che in caso di ritiro di lotti vaccinali classificati con difetto di CLASSE I [il più pericoloso] vige una incontestabile disposizione EMEA riguardante i ritiri di prodotti dal mercato e gestione non conformità che impone di allertare anche i paesi non interessati dal commercio dei vaccini incriminati [pagina 22 - punto 3.2]. Perchè questo non è avvenuto in Italia?
Per questo motivo, perdurando il silenzio, come privati cittadini abbiamo contattato la Segreteria del Procuratore della Repubblica di Torino Dott. Raffaele Guariniello [già noto per le inchieste riguardanti i vaccini al mercurio e i danni alla salute provocati dal vaccino pandemico H1N1, anche se - guarda caso - il suo pool è stato soggetto a smantellamento], esponendo i fatti e sentendoci invitare ad inoltrare un esposto conoscitivo alla Magistratura al fine di porre chiarezza alle tante domande rimaste senza risposta:
  1. se “nessuna contaminazione è stata trovata nei prodotti“, perchè li ritirano?
  2. se “nessuna contaminazione è stata trovata nei prodotti“, perchè è stato attribuito al difetto riscontrato la classificazione di CLASSE I?
  3. chi ci assicura che siano stati effettuati controlli di qualità sui vaccini destinati ai nostri figli?
  4. chi ci assicura che siano stati effettuati controlli di qualità sulle giacenze delle ASL dei vaccini destinati ai nostri figli?
  5. perchè ad oggi non esiste evidenza documentata dei controlli di qualità da parte del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AIFA, della GSK e/o di altri laboratori delegati?
  6. perchè ad oggi non esiste evidenza documentata dei controlli di qualità da parte del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AIFA e/o di altri laboratori delegati sugli altri vaccini commercializzati dalla GSK?
  7. se su tutti i lotti si effettuano “controlli di qualità stringenti e standardizzati”, come possono sfuggire anche inquinanti vistosi come le polveri trovate dall’équipe del Dott. Montanari?
  8. che cosa significa che la qualità è “certificata”?
  9. se chi “certifica” i controlli trascura anche la presenza di polveri di Acciaio, di Piombo, di Titanio, di Tungsteno e quant’altro, che razza di “certificazione” è?
A questo punto siamo fermamente intenzionati a conoscere ufficialmente tutti i dettagli relativi ai numeri di lotto dei vaccini interessati in tutti i 19 paesi coinvolti dal provvedimento, come è giusto che sia, e siamo fermamente intenzionati ad ottenere altrettante certificazioni ufficiali che comprovino gli avvenuti controlli di qualità sul prodotto [inclusi gli inquinanti ambientali] e sulle giacenze in dotazione alle varie ASL.
Ricordiamo che in Francia il provvedimento di ritiro precauzionale ha riguardato anche la formulazione Tetravalente e Pentavalente dello stesso Infanrix, pertanto i controlli di qualità dovrebbero essere estesi a tutti i prodotti commercializzati dalla GSK [incluso il vaccino Priorix - trivalente Morbillo Parotite Rosolia]
In questo caos totale nel quale si ritrova il nostro Paese, dove ogni giorno esce una novità in materia sanitaria, laddove ormai la coperta è troppo corta per fare anche solo finta di riscaldare un solo malato, crediamo sia importante essere coerenti e rafforzare un concetto che prosegue a sfuggire: non si gioca e non si fa mercato sulla salute dei bambini!

Fonte: 

lunedì 15 ottobre 2012

In Italia abbiamo una nostra "Stonhenge" ??

Calabria: scoperta una “Stonehenge all’italiana”

Calabria: scoperta una “Stonehenge all’italiana”
Pietre che potrebbero essere la testimonianza di un passato lontano migliaia di anni. Un sito dalle sembianze magiche, pressoché impenetrabile in pieno inverno. Qui non ci arriva nessuna strada che puo’ definirsi tale: è necessario risalire la sommità della montagna a piedi, sfidando la fittissima vegetazione e la popolazione di vipere in agguato. Siamo in Calabria nel Gran Bosco di Stilo, a cavallo tra le Serre e l’Aspromonte. Arrivati sul luogo la sensazione più suggestiva è di trovarsi davanti a una ‘Stonehenge’ italiana, un villaggio megalitico non a cielo aperto. C’è anche una costruzione a forma piramidale che domina tra gli alberi.
Sappiamo bene che la Calabria è da sempre luogo intriso di leggende. In special modo la zona ionica, nel territorio delle serre vibonesi, ove è collocato il comune di Nardodipace. Luoghi in cui si narra di misteriose “chiocce dai pulcini d’oro”, di neonati da immolare per ottenere la conoscenza dell’ubicazione di un tesoro nascosto. Luoghi in cui la credenza popolare vietava di avventurarsi, ma alcuni “temerari”, violando il tabù popolare, hanno scoperto recentemente una serie di strutture megalitiche che coprono un vasto territorio.
Sono attese ulteriori verifiche, ma dalle ricerche sinora svolte pare proprio siano opera umana. Una notizia che, sebbene all’estero abbia generato molto clamore, in Italia non ha ricevuto l’eco che merita. La particolarità di queste strutture è che si tratta di “triliti”, una forma che riscontriamo principalmente nel megalitismo bretone e in particolare nella nota Stonehenge. Una scoperta archeologica che assume un’importanza fondamentale nel panorama della preistoria italiana e delle sue genti per diversi motivi. La peculiarità morfologica di questo territorio, sovente soggetto a movimenti tellurici, tenderebbe, infatti, a escludere il suo utilizzo per l’erezione di strutture artificiali.
Ma la particolarità della scoperta riguarda soprattutto il fatto che l’area interessata dai megaliti risulta enorme. Secondo quanto rilevato dal team di studiosi, guidati dal professor Alessandro Guerricchio, ordinario di Geologia dell’Università della Calabria, queste strutture offrono un grande contributo allo studio della civiltà neolitica insediata nel nostro paese e in particolare in zone montane come quelle delle serre vibonesi. Sono stati fotografati blocchi di granito del peso stimato di oltre 200 tonnellate, grandi mura, probabilmente di fortificazione, pilastri sormontati da un “architrave”.
Il tutto è parte di un vasto progetto che impegnò per la sua erezione notevoli forze umane. Un popolo che senza dubbio aveva un’organizzazione militare o sacerdotale che gli permetteva di coordinare gli enormi sforzi necessari all’estrazione e al trasporto degli enormi blocchi di granito ritrovati a Nardodipace. La scoperta è stata segnalata da un appassionato di archeologia che, ritenendo quelle zone quantomeno “particolari” dal punto di vista morfologico, ha voluto rendere partecipe il comune di Nardodipace, il quale ha contattato l’Università della Calabria. Il ruolo del professor Guerricchio, diventa fondamentale in questa vicenda.
Il perché è presto detto: il sito identificato non sarebbe, a detta di molti archeologi, opera dell’uomo, ma della forza della natura. Guerricchio, dopo numerosi sopralluoghi è giunto alla conclusione, da geologo, che questi “ammassi rocciosi” non sono capitati lì per caso, ma vi sono stati portati dall’uomo e disposti secondo un preciso ordine. Come finirà la vicenda non è ancora chiaro. Quel che è certo è che il comune di Nardodipace si sta adoperando affinché sia istituito una sorta di “parco del Neolitico” basato sulla scoperta di Guerricchio. Nel frattempo, alcune università americane stanno effettuando indagini sul posto. Solo un’intervista con il diretto interessato avrebbe potuto fornirci le informazioni utili a saperne di più sulla scoperta. Abbiamo pertanto raggiunto il professor Guerricchio che ci ha fornito gentilmente la sua collaborazione.
Professor Guerricchio, può parlarci della scoperta che avete realizzato in Calabria?
“Vorrei sottolineare per prima cosa che la mia testimonianza è fatta a nome di tutti i componenti del gruppo di studio che alla fine di settembre 2002 aveva presentato i risultati delle ricerche sino ad allora svolte nel convegno tenutosi a Scalea (CS) intitolato Preistoria e Protostoria della Calabria, organizzato dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria e dalla Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico Etnografico ‘Luigi Pigorini’ di Roma. Detto gruppo di lavoro è costituito, oltre che dal sottoscritto, dagli ingegneri Valeria Biamonte, Roberto Mastromattei e Maurizio Ponte, dal dottor Marco Guerricchio e da Vincenzo Nadile e Alberto Pozzi. Devo precisare che per gli aspetti più squisitamente storico-archeologici mi limiterò all’essenziale in quanto non dispongo di una specifica competenza, essendo professore ordinario di Geologia Applicata in una Facoltà di Ingegneria. La scoperta è stata realizzata nel territorio comunale di Nardodipace (VV) a seguito di una serie di rilevamenti di campagna, integrati dall’esame di fotografie aeree stereoscopiche. Durante questi rilevamenti sono stati individuati, in località Sambuco e Ladi, a circa 1 km dal centro abitato, i resti di cinque strutture megalitiche e ciclopiche, definibili sia come ‘dolmen’, sia come una sorta di ‘triliti’, strutture originariamente costituite da tre pietre, due ‘pilastri’ rocciosi chiusi alla in sommità da un ‘architrave’. Tali ritrovamenti hanno costituito oggetto di tre relazioni inviate all’Amministrazione comunale di Nardodipace la quale, successivamente, ha comunicato che vi era già stata una prima segnalazione ufficiale alla Soprintendenza di un ritrovamento di interesse archeologico in quel territorio da parte del sig.Vincenzo Nadile, senza che però vi fosse alcun riscontro da parte della stessa autorità. Le prime cinque scoperte hanno suggerito di estendere il rilevamento geologico-archeologico, stavolta con il coinvolgimento del sig. Nadile, dapprima ad altre località del territorio di Nardodipace e poi agli adiacenti territori comunali di Serra S. Bruno (VV) e di Stilo (RC), in particolare nelle zone di Monte Pecoraro e di Pietra del Caricatore.
L’analisi di quest’area molto più estesa ha consentito l’individuazione di numerose altre strutture, in pochi casi fra loro raffrontabili ma prevalentemente dotate di una loro configurazione autonoma, in termini di forma geometrica e di dimensione. Non desidero avventurarmi in valutazioni di valenza archeologica per formulare un’interpretazione attendibile della funzione a suo tempo svolta da queste ‘strutture’, ma a esse si possono estendere considerazioni valide per altre strutture megalitiche italiane ed europee, la cui realizzazione ha certamente richiesto un enorme dispendio di energia umana, possibile solo se tale popolo era dotato di una precisa organizzazione sociale e sostenibile soltanto in base a profonde motivazioni cultuali. Qualsiasi altra funzione avrebbe potuto essere assolta con strutture costituite da elementi molto più piccoli e, conseguentemente, con dispendio di mezzi ed energie molto inferiori. Anche eventuali funzioni difensive non giustificano il trasporto e l’erezione dei monoliti delle dimensioni osservate in quelle zone. Inoltre, il concetto di struttura difensiva, pur ipotizzato, lascia qualche perplessità per la presenza di diversi ingressi individuati in alcune di queste vestigia ‘trilitiche’ e che, a rigor di logica, vanificherebbe la funzione esclusivamente o prevalentemente militare.
Tale interpretazione è stata inizialmente presa in considerazione per l’alto numero di tali strutture megalitiche, non solo nel territorio di Nardodipace, ma anche in quelli confinanti, quasi a rappresentare una cinta muraria a difesa di un abitato, ubicabile, forse, nella zona ove attualmente sorge Nardodipace Nuovo. Successivamente, però, il ritrovamento di blocchi di forma e dimensioni completamente diverse e l’assenza quasi sistematica delle mura di collegamento fra strutture megalitiche contigue ha condotto ad accantonare, almeno per il momento, l’interpretazione di cinta muraria, privilegiando, in quanto più realistica, la funzione di tipo sacrale e sepolcrale. E’ ipotizzabile che chi guidava questa comunità, il detentore del potere (religioso o temporale), abbia richiesto questi enormi sforzi nei periodi dell’anno in cui la lavorazione dei campi non impegnava la popolazione. Nel caso dovesse prevalere, a seguito di ulteriori studi e approfondimenti, l’interpretazione culturale e sepolcrale, nulla esclude che le popolazioni legate a questi megaliti vivessero ad altitudini meno elevate di quelle delle strutture e che ci fosse una sorta di attività sacrale da svolgersi in montagna, che in effetti, da sempre rappresenta un luogo di avvicinamento alla divinità (per gli antichi era addirittura la sua sede N.d.R.). Noi speriamo nel contributo della componente archeologica ufficiale, unitamente all’analisi di eventuali reperti derivanti da una campagna sistematica di scavi. È certo, comunque, che le strutture megalitiche rinvenute sono una chiara testimonianza della cultura della pietra delle popolazioni neolitiche vissute in quest’area calabrese probabilmente fra il III e il II millennio a.C.”.
Questo ritrovamento è da considerarsi come un’importante scoperta archeologica. Ma c’è chi ritiene che tali resti non siano assolutamente opera dell’uomo.
In questo caso essi sono distribuiti su un territorio la cui estensione è al momento stimata nell’ordine di 60 km2, che diventano 20 km2 se ci limitiamo al solo comprensorio di Nardodipace. Enorme, quindi. Ne consegue che si tratta certamente di un’importante scoperta archeologica, soprattutto, perché è il primo caso documentato, per quanto di mia conoscenza, di ritrovamenti neolitici in una zona montana, diversamente cioé dai noti rinvenimenti lungo pianure costiere e fluviali della Calabria. Tale scoperta rappresenta, tra l’altro, la spinta iniziale a una serie di ricerche in altre aree montane calabresi dove, ne sono certo, si perverrà a ritrovamenti analoghi. Ci sono state, come ovvio, delle voci discordanti che hanno voluto vedere, tralasciando le fantasticherie di interventi di extraterrestri o di cadute di meteoriti, una genesi naturale e non umana di queste ciclopiche strutture megalitiche, formate di duri e resistenti blocchi granitici. Per qualcuno si tratterebbe di affioramenti derivanti da fenomeni di erosione naturale nelle rocce di granito, che avrebbe come risultato la costituzione di ammassi rocciosi di aspetto prismatico o sferoidale, note in geologia come ‘Tor’. Per quest’ultima analisi, in particolare, mi riferisco alle dichiarazioni di un ‘controllore geologo’ che la Soprintendenza ha inviato sui luoghi per verificare l’effettivo valore archeologico da me attribuito alle strutture”.
Il suo parere come geologo è importante per poter affermare con sicurezza che i reperti non sono opera della natura…
Per quanto i blocchi dei triliti possano presentare facce piane derivanti da attività tettoniche preesistenti che hanno agevolato la loro estrazione dalla cava, vi sono diversi indizi dell’intervento umano per la loro erezione:
• la cura nell’assemblaggio dei blocchi;
• la grande attenzione agli incastri fra gli elementi contigui, che, nel caso degli ‘architravi’ era agevolata da geometrie ‘a conca’ prodotte da lavorazioni con lo scalpello;
• la loro disposizione geometrica a rappresentare una vera e propria ‘architettura’, con piani o basi di appoggio squadrate su cui gravano i ‘pilastri’ costituiti a loro volta da blocchi di aspetto più o meno geometrico (cubico o parallelepipedo). Questi ultimi recano, talora, incisi ‘pittogrammi’;
• la presenza di ‘piste’ di ampiezza variabile da 1,5 a 4 m, e generalmente disposte lungo i crinali montuosi, delimitate da blocchi squadrati e ben allineati. Tutto ciò garantisce la natura antropica di queste costruzioni. Le strutture rinvenute si presentano molto spesso sotto forma di ‘macerie’, cioè con i blocchi disposti in maniera casuale sul terreno, e talvolta gravanti su ‘tumuli’ artificiali. Il disfacimento della geometria originaria è da ricondursi ai numerosi sismi, alcuni di grande impatto energetico, che da sempre colpiscono l’area in esame”
Un quesito importante, a questo punto: tali enormi blocchi di granito, da dove provengono? E, soprattutto, come sono stati portati in loco?
L’intero territorio delle serre vibonesi e, in particolare, quello di Nardodipace sono costituiti da rocce magmatiche intrusive di tipo granitico, la cui età risale al Paleozoico superiore (Carbonifero superiore-Permiano inferiore) ossia circa 290÷270 milioni di anni fa, denominate Batolite di Stilo. Le suddette rocce intrusive sono attraversate da sistemi di fratture di origine tettonica e gravitativa. Ne deriva una disomogeneità che ne facilita l’estrazione dalle cave. E’ verosimile che alcune strutture, soprattutto, quelle disposte lungo i versanti dei numerosi rilievi della zona, siano state realizzate estraendo blocchi di roccia dura dalla sommità dei rilievi stessi, facendoli poi scendere, con l’ausilio di ‘rulli’ lignei e di argani, lungo i versanti attraverso la realizzazione di ‘piste’, di cui attualmente si osservano le delimitazioni costituite da massi squadrati regolarmente allineati. La messa in loco dei blocchi e la giustapposizione reciproca, sarebbe stata agevolata da una serie di strutture, sopraelevate rispetto al suolo, appositamente realizzate e, quindi, rimosse. È presente, comunque, sul versante meridionale del Monte Pietra Spada (1140 m) una chiara evidenza di un’antica cava in cui si notano diversi pinnacoli rocciosi di 3-4 m di altezza rappresentanti il residuo non cavato delle attività di estrazione. Tale interpretazione è confermata dal fatto che la cava è ubicata a una quota maggiore rispetto alle aree sede delle strutture megalitiche e ciclopiche. Nella stessa zona vi sono blocchi appena distaccati dall’ammasso roccioso secondo le fratture preesistenti destinati poi ad essere lavorati e successivamente trasportati e altri, già sagomati, disposti poco più a valle lungo il versante della cava. È in questa zona che, con buona probabilità, potranno essere rinvenuti gli utensili (leve, asce, mazze, ecc.) impiegati nell’estrazione e nella lavorazione dei blocchi. Si può ragionevolmente ritenere che in qualche caso i blocchi abbiano subìto trasferimenti fino a 5 km in linea d’aria dalla cava di Monte Pietra Spada, utilizzando le tecniche indicate”.
Sono previste ulteriori indagini prospettive con riferimento a possibili tumuli?
È in programma l’attivazione di una campagna di indagini geologiche non distruttive con l’utilizzo di tecniche magnetometriche, del georadar e della geoelettrica, realizzando, in dettaglio, una mappa ad alta risoluzione del sottosuolo. Tale campagna sarà integrata da un rilievo aerofotogrammetrico all’infrarosso a medio-bassa quota, utile a causa della fitta vegetazione che caratterizza la quasi totalità dei siti in esame e che rende difficoltose le ricerche da terra. Inoltre, si prevede uno studio di datazione assoluta con il metodo del C-14 per individuare l’intervallo temporale di riferimento di reperti (residui di materiale organico, cocci, vasellame o quant’altro) che potranno essere rinvenuti in corrispondenza delle emergenze archeologiche e a seguito di scavi”.
Cosa dobbiamo aspettarci da queste ulteriori ricerche?
Innanzitutto, si auspica il rinvenimento di utensili con i quali sono stati sagomati i blocchi rocciosi costituenti le strutture megalitiche e di vasellame che consentano una più precisa datazione di queste ultime, un’identificazione delle popolazioni di quel periodo e un’eventuale ubicazione di una loro città di montagna.
La ricerca è anche ovviamente finalizzata all’individuazione di ulteriori emergenze, con particolare riferimento a eventuali strutture subsuperficiali nei pressi dei blocchi granitici esistenti, a oggi ancora non identificate ma che, dall’esame di cartografie topografiche e di foto aeree stereoscopiche, si intuisce siano presenti su un territorio molto più esteso di quello sinora investigato”.
In altri siti archeologici risalenti al Neolitico, si è potuto appurare che la disposizione dei massi riproduce o inquadra particolari riferimenti astronomici. Il sito di Nardodipace segue la stessa impostazione?
Sarà compito dell’archeo-astronomia stabilire se la disposizione delle strutture megalitiche e ciclopiche dei territori di Nardodipace, Serra S. Bruno e Stilo possa essere ricondotta a configurazioni di costellazioni celesti o ad altri riferimenti astronomici. A livello intuitivo, senza la benché minima pretesa di fornire una validità scientifica a quanto dirò, mi sento di azzardare una rassomiglianza tra la disposizione planimetrica delle strutture prima ricordate e la conformazione della costellazione dello Scorpione o di quella di Bootes, in cui primeggia la stella Arturo. Non me ne vorranno gli archeoastronomi se venisse fuori, invece, che trattasi del Piccolo Carro, come visibile 2.000-3.000 anni fa, in cui le strutture ciclopiche di Pietra del Caricatore, che in planimetria si collocano esattamente a nord del comprensorio dei ritrovamenti, corrispondono alla Stella Polare… ma è questa è solo una battuta scherzosa!

fonte: http://www.segnidalcielo.it/2012/10/calabria-scoperta-una-stonehenge-allitaliana/