giovedì 31 gennaio 2013

Il Kamut non è il nome di un grano ma un’invenzione commerciale


Ha buone proprietà nutrizionali ed è eccellente per la pastificazione, ma non è stato “risvegliato” da una tomba egizia e non è adatto ai celiaci. Inoltre viene coltivato e venduto in regime di monopolio, ha un costo eccessivo, e una pesante impronta ecologica. Luci ed ombre del Kamut – o meglio, del Khorasan: un tipo di frumento che tra l’altro abbiamo anche in Italia
“Kamut” non è il nome di un grano, ma il marchio commerciale (come “Mulino Bianco” o “McDonald’s”) che la società Kamut International ltd (K.Int.) ha posto su una varietà di frumento registrata negli Stati Uniti con la sigla QK-77, coltivata e venduta in regime di monopolio e famoso in tutto il mondo grazie ad un’operazione di marketing senza precedenti.
C’è chi chiama questa varietà il “grano del faraone” perché si racconta che i suoi semi sono stati ritrovati intorno alla metà del secolo scorso in una tomba egizia ed inviati nel Montana, dove dopo migliaia di anni sono stati “risvegliati” e moltiplicati.
Il frumento prodotto e venduto con il marchio Kamut è coltivato negli Stati Uniti (Montana) e nel Canada (Alberta e Saskatchewan), sotto lo stretto controllo della famiglia Quinn, proprietaria della società K.Int.; in Italia è importato solo da aziende autorizzate e può essere macinato solo da mulini autorizzati. Tutti i prodotti che portano il marchio sono preparati e venduti sotto licenza della K.Int e sotto il controllo della Kamut Enterprises of Europe.
Il marketing decisamente efficace che è alla base del successo del Kamut ha fatto leva su tre aspetti: la suggestiva leggenda del suo ritrovamento, l’attribuzione di eccezionali qualità nutrizionali ed una presunta compatibilità per gli intolleranti al glutine. Parliamone.
Il Frumento orientale o Grano grosso o Khorasan – lo chiamiamo col suo nome tramandato, comune e “pubblico”, mentre Kamut è un nome di fantasia registrato – è una specie (Triticum turgidum subsp. turanicum) appartenente allo stesso gruppo genetico del frumento duro: presenta un culmo (fusto) alto anche 180 cm; ha la cariosside (chicco) nuda e molto lunga, più di quella di qualunque altro frumento; è originario della fascia compresa tra l’Anatolia e l’Altopiano iranico (Khorasan è il nome di una regione dell’Iran); nel corso dei secoli si è diffuso sulle sponde del Mediterraneo orientale, dove in aziende di piccola scala è sopravvissuto all’espansione del frumento duro e tenero.
L’invenzione commerciale del ritrovamento
Dunque, per trovare il Khorasan in Egitto non era (e non è) davvero necessario scomodare le tombe dei faraoni; senza contare che un tipo di Khorasan era (e, marginalmente ancora è) coltivato anche tra Lucania, Sannio e Abruzzo: è la Saragolla, da non confondere con una omonima varietà migliorata di frumento duro ottenuta da un incrocio e registrata nel 2004 dalla Società Produttori Sementi di Bologna. Inoltre non bisogna dimenticare che la germinabilità del frumento decade dopo pochi decenni, per quanto ideali siano le condizioni di conservazione. Tutto questo porta a riconoscere nella storia del presunto ritrovamento del Khorasan/Kamut solo una fantasiosa invenzione commerciale, elaborata per stimolare il desiderio di qualcosa di puro, antico ed esotico. E, a onor del vero, la stessa K.Int. ha preso le distanze sulla leggenda che, per altro, ormai non ha più bisogno di essere incoraggiata.
Dai dati oggi disponibili, di fonte pubblica e privata, tra gli elementi di maggiore caratterizzazione del Khorasan ci sono un elevato contenuto proteico, in generale superiore alla media dei frumenti duri e teneri, e buoni valori di beta-carotene e selenio; per le altre componenti qualitative e nutrizionali non ci sono differenze sostanziali rispetto agli altri frumenti.
Glutine: non ne è né privo né povero
Bisogna, infatti, chiarire che, come ogni frumento, il Khorasan è inadatto per l’alimentazione dei celiaci, perché contiene glutine (e non ne è né privo né povero, come, poco responsabilmente, una certa comunicazione pubblicitaria afferma o lascia intendere) e ne contiene in misura superiore a quella dei frumenti teneri ed a numerose varietà di frumento duro.
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Kamut: glutine secco 15,5%, glutine/proteine 94,5%
Frumento duro: glutine secco 12,5%, glutine/proteine 87,5%
Farro dicocco: glutine secco 14%, glutine/proteine 79%
Frumento tenero: glutine secco 13,4%, glutine/proteine 80,6%
Farro spelta: glutine secco 17,1%, glutine/proteine 93%
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Detto ciò, il Khorasan è certamente un frumento rustico, con ampia dattabilità ambientale, eccellente per la pastificazione. Come ogni frumento che non è stato sottoposto a procedimenti di miglioramento genetico o ad una pressione selettiva troppo spinta, e proprio per questo motivo pare sia più facilmente digeribile dalle persone che soffrono di lievi allergie e intolleranze, comunque non riconducibili alla celiachia: ma questo è proprio ciò che si può dire dei farri e delle “antiche” varietà di frumento duro e tenero. Se la sua coltivazione è biologica (come permette la sua rusticità e come, per i propri prodotti, assicura il disciplinare del marchio Kamut), si può dire che senz’altro è un prodotto salutare, senza però scadere in esagerazioni né in forzature incoraggiate dalla moda e dal marketing del salutismo.
Costi elevati, per il portafoglio e per il Pianeta
Restano ancora tre aspetti che gettano un’ombra sul prodotto a marchio Kamut (ma non sul Khorasan!):
  • il monopolio commerciale imposto dalla K.Int. su un frumento tradizionale che, come tale, dovrebbe invece essere patrimonio di tutti, e più di chiunque altro delle comunità che nel tempo lo hanno conservato e tramandato;
  • il costo eccessivo del prodotto finito (dall’80 al 200% in più di una pasta di comune grano duro biologico), poco giustificabile a sostanziale parità di valori qualitativi e nutrizionali, dovuto al regime di monopolio, ai costi di trasporto, ai diritti di uso ed ai costi di propaganda, ma dovuto anche agli effetti di un mercato dell’eccellenza che trasforma il cibo in oggetto di lusso, di gratificazione e di distinzione, e che specula sul desiderio di rassicurazione e sul bisogno di salute;
  • la pesante impronta ecologica legata allo spostamento di un prodotto perlopiù coltivato dall’altra parte del Mondo che arriva sulle nostre tavole attraverso una filiera molto lunga (migliaia di chilometri), e che, solo per questo fatto, non è compatibile con la filosofia della decrescita e con l’attenzione al consumo locale, fatto se possibile a “chilometro zero”.
Note
Per i dati riferiti in questo articolo sono stati consultati i siti dell’Associazione Italiana Celiachia(www.celiachia.it), dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (www.inran.it), dellaKamut International (www.kamut.com), dell’United States Department of Agricolture (www.usda.gov), dell’Insitute Sciwentifique de Recherche Agronomique , l’articolo di A. R. Piergiovanni, R. Simeone, A. Pasqualone, “Composition of whole and refine meals of Kamut under southern Italian conditions” suChemical Engineering Transactions, 2009, vol. 17: 891-896. Alcuni dati sonostati indicati da Oriana Porfiri (comunicazione personale).
Fonte originale: aam Terra Nuova, marzo 2010, n°248, pagg.73-76 / Autore: Massimo Angelini / Fonte: solleviamoci.wordpress.com
http://dionidream.wordpress.com/2013/01/31/il-kamut-non-e-il-nome-di-un-grano-ma-uninvenzione-commerciale/

Campi Flegrei

Scienziato russo: Campi Flegrei, è probabile che sia in corso il riempimento della camera magmatica!


 
Nei Campi Flegrei in Italia, nei pressi di Napoli, un gigantesco vulcano sta dando segni di vita. Non è solo l'aumento della temperatura della terra nella regione a preoccupare i sismologi, ma anche l'evidente deformazione del terreno.
Nel lontano passato l'attività dei supervulcani influenzava il cambiamento del clima e mutava completamente il pianeta. Oggi gli scienziati non osano prevedere le conseguenze di una possibile riattivazione del vulcano.

Ultimamente i Campi Flegrei si stanno alzando di tre centimetri sul livello del mare ogni anno. Microterremoti e accumulazioni di gas nel terreno fanno prevedere che il vulcano si prepara ad eruttare. Vladimir Kir'janov, docente della facoltà di geologia dell'Università statale di San Pietroburgo, spiega:


Se il sollevamento avviene in maniera regolare, allora è probabile che sia in corso il riempimento della camera magmatica e per questo si sta sollevando il terreno sopra di essa. I Campi Flegrei sono un supervulcano, come anche Yellowstone negli Stati Uniti e Toba in Indonesia, che eruttano più di mille chilometri cubici di magma che provocherebbero eruzioni catastrofiche. Nella regione dei Campi Flegrei è avvenuta una grande eruzione circa 30-40 mila anni fa. La cenere vulcanica che ne risultò si trova ancora adesso nel Mar Mediterraneo, in Bulgaria, in Ucraina e persino nel territorio russo. Ora sta avvenendo l'ennesimo riempimento della camera magmatica e prima o poi l'eruzione potrebbe succedere.

Eruzioni di questo genere di vulcani potrebbero portare al cosiddetto inverno vulcanico: i gas di zolfo e la cenere prodotta dallo scoppio raggiungono l'atmosfera e ricoprono la superficie terrestre. I raggi solari non riescono a penetrare attraverso lo spesso strato fino al suolo e i gas, trasformatisi in acido solforico, scendono sulla superficie terrestre sotto forma di sedimenti tossici. Gli scienziati affermano che la Terra ha già sperimentato una catastrofe simile 74 mila anni fa, dopo lo scoppio del vulcano Toba nell'isola indonesiana di Sumatra. Questo comportò il cambiamento del clima e una moltitudine di vittime umane. Ora sarebbe molto peggio: basti ricordare al collasso che la lieve attivazione del vulcano in Islanda portò nel 2010.

Le eruzioni dei supervulcani avvengono talmente di rado che gli scienziati non possono dire quanto tempo debba passare prima dei segnali iniziali dello scoppio. Nei Campi Flegrei, negli anni settanta dello scorso secolo, in tre anni il livello del terreno si alzò di un metro e mezzo, provocando crepe su molte case, ma in seguito il movimento della superficie diminuì sensibilmente. Il riempimento della camera magmatica, però, non è l'indicatore più preciso, ritiene Aleksej Sobisevič, responsabile del laboratorio di geofisica e vulcanologia dell'Istituto di fisica dell'Accademia Russa delle Scienze:

Si tratta di un presagio piuttosto a lungo termine: potrebbe riempirsi per decenni, anche centinaia di anni. Non è un problema attuale, molte montagne crescono di cinque centimetri all'anno, è un processo naturale in geologia.

Secondo l'esperto, è molto più interessante e importante il fenomeno naturale che si osserva ora in Kamčatkam, nella regione del vulcano Tolbačik. Ogni giorno qui avvengono effusioni vulcaniche e sollevamenti del terreno.

Gli scienziati affermano che l'intero sistema vulcanico del pianeta si trova ora in un momento di estrema tensione. I condotti sotterranei sono pieni di magma bollente che scoppia all'esterno. Che questo provochi l'eruzione di un supervulcano o che porti all'attivazione di una serie di piccoli vulcani, in entrambi i casi ciò porterà ad enormi conseguenze per tutti gli abitanti della Terra.

domenica 27 gennaio 2013

La cometa Panstarrs presto sara' visibile nei nostri cieli

La C/2011 L4 (PANSTARRS) è una cometa non periodica che è stata scoperta nel corso del programma di ricerca di asteroidi e comete del Pan-STARRS (Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System. Caratteristiche salienti di questa cometa sono l'elevata inclinazione rispetto alle orbite dei pianeti, l'eccentricità iperbolica,

la piccola distanza perielica, solo 0,30 U.A. dal Sole e la piccola MOID col pianeta Mercurio. Grazie alla piccola distanza perielica la cometa dovrebbe divenire visibile ad occhio nudo, raggiungendo la magnitudine apparente di -0.5, diventando così una delle due grandi comete del 2013 (l'altra è la Ison, verso fine anno). La massima luminosità sarà raggiunta tra il giorno prima e quello successivo al passaggio al perielio. Sarà dapprima ben visibile dall'emisfero australe, quindi successivamente da quello boreale, in un periodo circa compreso tra il 9 marzo fino a metà aprile 2013 (tanto da aver già preso il soprannome di cometa di Pasqua), poi si allontanerà rapidamente dal Sole; in entrambi i casi, la cometa sarà visibile di sera, subito dopo il tramonto.

fonte

INGV: qualcosa non quadra

TERREMOTI: ECCO IN MANO A CHI SIAMO

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Il direttore generale del’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è un professore di ginnastica. Anzi, “un carabiniere di leva appartenente al clan dei bresciani”, almeno secondo la precisazione documentata del senatore Lannutti, condensata in un atto parlamentare inviato al Governo. La nomina di Massimo Ghilardi ha irritato i componenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L’accusa dei ricercatori: “Non sa nulla di terremoti. È una nomina politica, è un protetto dalla Gelmini”. Insomma, ad uno così, non si affiderebbe neppure la spazzatura domestica. Figuriamoci la prevenzione da rischi e pericoli sismici.

Altro che sicurezza ed eticità. Approssimazione e superficialità. A giudicare da questi particolari… Ecco la chicca, il presidente dell’INGV, tale Stefano Gresta, un vero esperto di sismologia parla qualche ora fa, dopo il terremoto in Toscana, di “struttura sismogenica”, quando invece la terminologia esatta è “struttura sismogenetica”. Basta consultare qualsiasi dizionario della lingua italiana, non necessariamente un volume accademico per addetto ai lavori, ed acclararlo.
Allora? Nessun legame tra la scossa di terremoto che ha interessato l’area montuosa della Garfagnana, a 30 chilometri a Nord-Est di Viareggio, e il sisma che proprio un anno fa ha colpito l’Emilia. Lo ha detto all’AGI Stefano Gresta, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “Si tratta di una struttura sismogenica diversa”, ha chiarito. “Al momento si e’ trattata di una scossa isolata, cioe’ senza alcun precedente nei giorni scorsi”, ha spiegato Gresta. “E’ stata una scossa di magnitudo 4,8, avvenuta a circa 15 chilometri di profondita’. Sono comunque calcoli che a breve potrebbe subire piccole modifiche”, ha aggiunto. Sul perche’ questo terremoto sia stato percepito in diverse citta’, il presidente dell’Ingv spiega: “Piu’ un terremoto e’ profondo e piu’ e’ largo il cono in cui l’energia viene proiettata in superficie”. In pratica, piu’ una scossa e’ profonda, maggiore e’ l’area in cui viene percepita. “Questo, pero’, significa che i danni sono anche minori”, ha precisato Gresta.
Il punto nodale è che la scienza civile nel Belpaese, più che altrove nel mondo, è asservita al potere politico, militare ed economico. Date un’occhiata a qualche interrogazione parlamentare. Se la situazione non fosse drammatica, potrebbe anche scapparci qualche risata. Ma il livello di condizionamento è elevato, come ha dimostrato la sentenza di condanna del Tribunale de L’aquila ad alcuni componenti della Comissione Grandi Rischi (tra cui Barberi e Boschi). Oltretutto, alcuni esperti civili manomettono i sismogrammi, ossia li depurano, poiché dalla loro analisi si evince la genesi di un terremoto (artificiale o naturale).
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULL’ANOMALIA ALL’ INGV:
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=52401&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA%27
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/679767.pdf
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201301251745-eco-rt10273-terremoto_gresta_ingv_nessun_legame_con_sisma_emilia

fonte:

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/01/terremoti-ecco-in-mano-chi-siamo_25.html

sabato 12 gennaio 2013

Francesca Salvador, l’imprenditrice che spiazza Santoro e Berlusconi

Francesca Salvador, l’imprenditrice che spiazza Santoro e Berlusconi


Francesca se ne sta là, appollaiata sul trespolo sfigato di Servizio Pubblico, diventando una sorpresa bella e vera dell’evento televisivo dell’anno. Francesca di cognome fa Salvador, vive e lavora a Vittorio Veneto, provincia di Treviso. In quella che un tempo era la parte più ricca e produttiva del paese.  Se ne sta lì, in attesa, mentre Santoro e Berlusconi giocano ad intrecciare i rispettivi cateteri lunghi una trentina d’anni di pantomima collettiva e milionaria; Travaglio fa il Travaglio. Berlusconi il Berlusconi. Le due Santoro’s Angel giocano a fare le giornaliste all’americana, confermando  quanto sia rara la coscienza di sé in una donna che si crede intelligente.
Mi si perdoni la battuta maschilista, ma serve ad introdurre Francesca. L’imprenditrice veneta che, dopo un’ora e quaranta da spettatrice di un grottesco processo del Lunedì applicato alla politica, viene chiamata in causa: per il Biscardi in questione il suo intervento dovrebbe infastidire Berlusconi. Sì, lo spiazza. Ma in verità infastidisce tutto e tutti, gettando ospiti, spettatori e ascoltatori sul cemento duro della responsabilità. E Francesca dice una cosa santa, bella, enorme, magnifica: “E’ una questione di volontà politica”. Volontà politica. Per cosa? Per tornare liberi. Padroni a casa nostra. Padroni della nostra moneta. Per strapparla ai banchieri privati che oggi strozzano e, letteralmente, uccidono la nostra economia.
Francesca è tranquilla e brava. Non si perde in fregnacce su Germania e Merkel. Va al cuore del problema. “Signor Berlusconi, lei sapeva che Mario Monti era un uomo della Trilateral e della Goldman Sachs”. Sì, l’uomo dell’amministrazione controllata dell’azienda Italia. Berlusconi trasecola, ma si agitano un po’ tutti. Anche a casa. Fa male sentirsi dare degli schiavi. La risposta, ovviamente, è la canonica: la Bce deve diventare banche garante. Francesca non si scompone, sorride: ha capito che senza una chiara volontà politica il banchiere non rinuncerà al controllo sistematico sull’economia italiana. Continuerà a privarla di liquidità, le farà licenziare i suoi collaboratori, la obbligherà a chiedere un prestito per pagare l’Imu su casa e capannoni. Fino a quando non sarà costretta a perdere tutto.
Francesca questo non lo vuole. Vuole altro. Se ne frega dell’Euro, della libertà e della pace che l’Ue garantirebbe dal dopoguerra ad oggi: la sviolinata liberale del Cav e Santoro non la tocca. Lei ha coscienza di sé, sa chi è il suo nemico. Fuori dall’Euro. Ora. Sovranità monetaria. Ora. Immissione di liquidità a sostegno del lavoro e delle nuove generazioni. Ora. Non è più tempo di cateteri. E’ tempo di politica. Noi stiamo con Francesca Salvador. La sorpresa più bella e vera della trasmissione dell’anno.
 fonte

venerdì 4 gennaio 2013

Keshe e i reattori al plasma

Slitta di 60 giorni la consegna dei reattori al plasma domestici prevista per Dicembre 2012



La Fondazione Keshe continua a perdere credibilità. Il 14 dicembre era stata prevista (vedi Tecnologia Keshe: Aggiornamenti sulla Conferenza del 21 Settembre) una conferenza di grandi proporzioni (si parlava di 4000 persone) in cui sarebbe stata mostrata al mondo la tecnologia keshe che sfrutta il Plasma e la forza Magrav (magnetico-gravitazionale) insieme a degli ospiti d’onore ovvero a degli astronauti che erano stati sulla Luna.
Questa conferenza non è mai avvenuta (vedi http://www.keshefoundation.org/en/events).
A dicembre sarebbe dovuta avvenire anche la consegna dei reattori al plasma domestici che si potevano prenotare previo acconto di 500€ e che avrebbero fornito l’energia necessaria ad un’utenza.
Questa consegna non è mai avvenuta (http://www.keshefoundation.org/phpbb/viewtopic.php?f=2&t=4426)

Prima di riportare l’ultimo messaggio dell’ormai noto Ingegnere Iraniano, voglio invitare a chi interessato a tale tecnologia ad informarsi di propria mano dell’effettiva realizzazione di quanto propagandato. La tecnologia al plasma è un mondo nuovo ed ancora inesplorato (perlomeno ufficialmente) che preannuncia grandi, grandissimi cambiamenti. Anche Tesla lavorando a tensioni altissime (vedi i famosi tesla coil) arrivava a lavorare al quarto stato della materia. Inoltre il fatto di unire la forza magnetica e gravitazionale in un’unica si conforma bene ad una nuova e più precisa spiegazione del mondo chiamata teoria dell’universo elettrico. Invece di appoggiarsi sempre a qualcun’altro forse è bene cominciare ad appoggiarsi su se stessi.
In seguito alla ricezione di una lettera raccomandata da parte delle autorità belghe nucleari nelle ultime settimane, è diventato evidente che i sistemi che devono essere forniti possono essere oggetto di confisca da qualsiasi autorità che potrebbe supporre che la tecnologia sta usando determinati materiali per la produzione energia nei reattori dei generatori.
Al fine di garantire che una volta che l’acquirente ha ricevuto il loro sistema non può essere portato via da loro per qualche dettaglio tecnico, la Fondazione ha presentato un nuovo tipo di tecnologia di reattore che nessuna nazione o governo può fermare o di cui può bloccare l’utilizzo.
Per questo abbiamo riprogettato e corretto una serie di sistemi nel reattore in modo da rispettare tutte le leggi internazionali rispetto all’uso e la sicurezza dei sistemi.
A causa di queste modifiche, dobbiamo ritardare la consegna dei sistemi da 45-60 giorni dal 31.12.2012.
I sistemi di questo ciclo saranno corretti e consegnati da altrove in Europa occidentale (non dal Belgio), in modo che la raccolta e la consegna sarà facile.
Ci scusiamo per il ritardo, ma non abbiamo voglia di pensare che qualcuno di voi che ha pagato la Fondazione per un sistema possa perdere il vostro investimento con la confisca, che non è quello che avevamo programmato.
Pertanto chiediamo con i nostri candidati di sopportare con noi e cerchiamo di aggiornarvi da 2013/01/30 e poi ogni settimana fino al momento della consegna prima della fine del mese di febbraio 2013.
I candidati possono chiedere il rimborso del loro deposito, se lo desiderano, oppure ci possono permettere di correggere i punti necessari nella progettazione e riceverete il vostro sistema entro 60 giorni dal 31.12.2012.
Distinti saluti
M T Keshe
A nome della Fondazione Keshe
Fonte http://www.keshefoundation.org/phpbb/viewtopic.php?f=2&t=4426
Fonte e Per approfondire sulla Fondazione Keshe