martedì 30 ottobre 2012

"Uragano spaziale"

 
Misurato uragano gigantesco dall’osservatorio ‘Chandra X-Rey’, che lo ha individuato nello spazio più profondo. Chandra non finisce più di stupire grazie alla tecnologia che si evolve giorno dopo giorno. Infatti è notizia recente che l’osservatorio ha rilevato un enorme uragano e misurato i suoi venti che pare superino i 30 milioni di km orari ed è ubicato nelle vicinanze di un buco nero. La rilevazione è stata effettuata oltre che grazie all’ausilio dell’osservatorio del Michigan, anche per il lavoro eseguito da un team di ricercatori che vi opera quotidianamente. È dunque provato che nello spazio possano formarsi degli uragani e che uragani! Inimmaginabile la velocità dei venti che sono stati misurati, sulla Terra un simile fenomeno avrebbe già distrutto ogni cosa. Se si pensa che un uragano terrestre, almeno di quelli monitorati fino ad oggi, non può superare velocità dei venti superiori a 250-300 km orari, il solo provare ad immaginare un uragano che gira vorticosamente ad una velocità di 30 mln di km orari è impensabile. Chandra tiene sotto costante monitoraggio questo fenomeno e i ricercatori si augurano di poterne sapere di più entro breve.

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lunedì 22 ottobre 2012

Esperienze di guarigione e disintossicazione dai metalli pesanti (e altro ancora)

In questi tempi di continuo aumento di patologie come la sclerosi multipla, il parkinson, l'alzheimer, malattie sicuramente con-causate dal bio-accumulo di metalli pesanti (alluminio, bario, mercurio), può essere utile informarsi su esperienze di guarigione e di chelazione.
Ovviamente quanto qui sotto riportato, e quanto potete leggere ai link segnalati, dovrebbero portarvi ad un approfondimento personale e poi ad una valutazione assieme al vostro medico di base, che conoscendovi dovrebbe essere in grado di valutare indicazioni e contro-indicazioni dell'assunzione di qualsiasi sostanza in base al vostro stato di salute ed alle vostre eventuali patologie.
Iniziamo con il resoconto di Matteo Dall'Osso, guarito dalla sclerosi multipla grazie ad una terapia chelante (ovvero che "chela", aggancia i metalli pesanti e li elimina dall'organismo), che ci illustra la sua esperienza con il prodotto Ultrathione, il Cellfood e il VM2000:
Nell'articolo vengono illustrate le proprietà chelanti dell'Ultrathione (vedi il sito relativo) e antiossidanti/energizzanti del Cellfood (facilmente reperibile anche in molte farmacie che vendono prodotti omeopatici naturali, integratori). Viene anche citato l'integratore di minerali vitamine (ed altro) VM2000 della Solgar, anch'esso facilmente reperibile in molte farmacie (e negozi di prodotti naturali).

Ancora non so se ci siano mezzi alternativi all'ordine tramite internet per procurarsi l'Ultrathione, ma esistono prodotti simili (sebbene un po' più blandi) facilmente reperibili n molte farmacie e negozi di prodotti naturali, come l'Immunosol della ditta Herboplanet.
Quanto agli integratori di alga spirulina esistono confezioni enormi di alga in polvere vendute da http://www.arganiascorbile.it/ (da sciogliere in acqua e bere eventualmente) o barattoli di pillole (io ho scoperto di recente che presso i negozi del commercio equo e solidale si trovano le compresse di spirulina coltivata a Cuba, abbastanza lontano quindi dal fall-out radioattivo Giapponese).
Sulle proprietà dell'alga spirulina e su altre possibili difese dell'organismo e del suo sistema immunitario rimando al corposo testo Sopravvivere (alle insidie dell'avvelenamento quotidiano) già diffuso dal sito tanker enemy e da scienzamarcia.
Ci sono poi altre possibilità, secondo alcune esperienze lette o riferite, per disintossicare l'organismo, dalla dieta vegan tendenzialmente crudista di Valdo Vaccaro, che in un articolo del suo blog affronta pure il problema dei metalli pesanti e suggerisce un semplice centrifugato per favorire la chelazione dolce (vedi valdo-ti-mette-le-ali.html) al digiuno terapeutico che favorisce la disintossicazione dai metalli (mi hanno riferito di persone che con sono guarite dalla sclerosi multipla anche grazie al digiuno). Ovviamente si tratta di esperienze al momento difficilmente validabili dalla scienza, ma ben sappiamo d'altronde che la medicina moderna è succube del potere delle multinazionali del farmaco e poco si cura di metodi semplici e gratuiti per ottenere la salute. Qui sotto i centrifugati consigliati da Valdo Vaccaro (non mi chiedete le dosi, attenti però con lo zenzero che è lassativo):
Per chi vuole dimagrire, o comunque risistemare l’intestino, contrastando la diverticolite e la disbiosi intestinale, combattere l’avvelenamento interno da minerali pesanti e da scorie minerali inorganiche, l’arma decisiva è il centrifugato di carota-sedano-zenzero-ananas, o quello di bietola-sedanorapa-zenzero-mela, o quello di rapa-topinambur-patata-patatadolce-zenzero-mela.
Questi centrifugati vanno bene anche per chi voglia aumentare di peso, ma per periodi più limitati, trattandosi di bevande chelanti, fluidificanti e leggere in termini calorici.
E come non ricordare le proprietà chelanti dell'aglio, della vitamina C, della curcuma e del coriandolo? Però state attenti se per caso avete ancora in bocca degli amalgami (otturazioni contenenti mercurio) nel qual caso l'assunzione di sostanze chelanti causa un effetto negativo infatti essendo la fonte del mercurio sempre presente in bocca occorre aspettare la sostituzione delle vecchie otturazioni (solo con procedura protetta, ovvero con diga e aspiratore) prima di assumere sostanze chelanti, persino quelle blande come gli alimenti succitati. Ciò non toglie che si possano assumere dei prodotti omeopatici che aiutano l'organismo a smaltire i metalli pesanti (chiedete al vostro omeopata di fiducia, io ricordo solo di avere usato il limphomyosot dopo ogni rimozione di amalgama).
Anche il magnesio rafforza le difese immunitarie e può essere un valido aiuto, attenzione però che gli integratori di magnesio sono proibiti a chi soffre di insofferenza renale (come ho detto all'inizio occorre sempre valutare ogni scelta col vostro medico curante senza improvvisare troppo). Come integratori oltre al cloruro di magnesio, alquanto amaro, esiste anche una formulazione più "appetibile" come il magnesio supremo, ma ricordiamoci che il magnesio è contenuto nell'alga agar, nel basilico, nel coriandolo ed in altre spezie, nei cereali integrali, nei semi di zucca, nelle mandorle , negli anacardi ed in altri alimenti ancora (vedi tabella).
Poco conosciute sono le virtù del solfato di magnesio o sale amaro (costo della bustina da 30 grammi circa 80 centesimi) disintossicante utile in caso di intossicazione acuta da bario. Il sale amaro entra anche nella procedura per la disintossicazione del fegato diffusa dalla dottoressa Clark.  Ovviamente non occorre esagerare per non sovraccaricare i reni e anche perchè a dosi superiori ai 10 grammi è lassativo. 

Qui sotto 3 link sul sale amaro.

http://scienzamarcia.blogspot.com/2011/01/pubblicazione-scientifica-collega.html 

Per finire segnalo l'ottimo libro Ripulire gli organi interni di Pierre Pellizzari che costa poco e presenta una serie di metodi abbastanza facili da mettere in pratica per ripulire e detossificare l'organismo.







  
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Consiglio anche la lettura di un ottimo articolo in merito ai metalli pesanti
http://dioni.altervista.org/metalli_pesanti.html

domenica 21 ottobre 2012

La regola del "tre"

Forse non è corretto chiamarla "regola": nel survival non esistono regole, di nessun tipo e di nessun livello. Ogni situazione è a se e non esistono dettami che possono essere applicati così come sono a tutte le diverse situazioni. Forse è più corretto chiamarle "principi di base".

Tuttavia nel survival è largamente condivisa ed accettata "la regola del tre", a volte con qualche variante minore.

Come solitamente si fa per gli aspetti concettuali/teorici del survival , i principi sono volutamente mantenuti il più semplice possibile, e facili da ricordare, ad esempio tramite l'uso di acronimi o altri sistemi di memorizzazione. Questo perchè nel momento dell'emergenza non si possono ne commettere errori, ne perdere tempo prezioso nel ricordarsi cosa bisogna fare.

La regola del 3 ha come scopo quello di mettere nell'ordine giusto gli elementi che possono portarci alla morte in caso di incidente o emergenza. Una volta messi in ordine è più semplice sapere quale livello di importanza ed urgenza hanno i diversi aspetti di una emergenza.
"Posso sopravvivere:
  • 3 minuti senza aria
  • 3 ore senza riparo
  • 3 giorni senza acqua
  • 3 settimane senza cibo"
Alcuni, più romantici (o consapevoli degli aspetti spicologici), aggiungono anche:
  • 3 mesi senza speranza
  • 3 anni senza amore"
Il significato dei singoli "3" è abbastanza intuitivo e si rifà alla sopportazione media di un individuo in buona salute alla privazione di una delle principali fonti di sostentamento fisico. A volte suscita perplessità la parte "3 ore senza riparo": questa si riferisce ai casi di condizioni ambientali o climatiche avverse quali quelle che si possono trovare nei deserti caldi (rischio insolazione e disidratazione) in alta montagna o in mare aperto (a rischio ipotermia). Si sono ovviamente verificati più volte casi di soggetti che hanno sopportato quelle privazioni per periodi più lunghi, tuttavia possiamo considerare l'approssimazione come efficace rispetto al suo scopo.
Risultano quindi subito chiare due cose:
  • abbiamo una lista di priorità in base a cui considerare quali azioni mettere in atto per prime
  • non può essere definita una regola per ogni individuo: c'è chi riesce a tenere il fiato 1 minuto, chi 5, e anche la sopportazione della fame e della sete sono molto soggettive ed influenzate da elemendi al contorno quali l'alimentazione dei giorni o mesi precedenti e il dispendio calorico (a sua volta dovuto a tanti diversi fattori)
  • non può essere definita una regola : non è infatti detto che mi trovi sempre in una situazione in cui tutti questi aspetti (ventilazione, mantenimento della temperatura corporea, provviste) siano contemporaneamente a rischio e quindi, in alcune specifiche situazioni le priorità possono cambiare
La regola del tre può essere utilizzata per diverse cose nell'ambito del survival. Ovviamente la dobbiamo prendere in esame nel momento di un disastro o di una emergenza in cui la nostra vita potrebbe essere in pericolo, ma possiamo anche prenderla in considerazione quando approntiamo il nostro kit di sopravvivenza o quando analizziamo uno scenario e prepariamo una strategia da mettere in atto.

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Lo Shampoo fai da te


CI AVETE MAI PENSATO ?
Una soluzione ideale per proteggere i vostri capelli, l’ambiente e il portafogli. Usando ingredienti naturali di facile reperimento e abbandonando una volta per tutte i prodotti in commercio contribuirete alla riduzione di rifiuti, non dovendo più buttare ogni anno decine di flaconi di plastica, e tornerete ad avere dei capelli sani e belli dicendo basta agli agenti chimici che vanno ad irritare la vostra cute. Dallo shampoo alla rucola a quello alla farina di ceci, abbiamo scelto per voi una serie di ricette per creare dei prodotti per capelli ecologici sia che abbiate dei capelli normali che danneggiati. Importante: Prima di usare questi prodotti accertatevi di non avere particolari allergie.
PER CAPELLI NORMALI ALLA RUCOLA
Iniziamo con una ricetta dedicata a coloro che desiderano usare uno shampoo 100% naturale, pur non avendo particolari problemi di allergie o capelli indomabili. Stiamo parlando dello shampoo a base di rucola, un prodotto facilmente reperibile in natura e quindi a costo zero, che permette di pulire a fondo il capello e non irrita in alcun modo la cute rispettandone il Ph. Procedete con il preparare un infuso di rucola, lavatene una generosa quantità e mettetela a bollire in mezzo litro d’acqua per circa 15 minuti. Vi consigliamo di aggiungere all’infuso un cucchiaio di bicarbonato o di zucchero (quello che avete in caso al momento) che aiuterà a migliorare l’azione detergente della rucola. Inoltre grazie alla sua delicatezza lo shampoo alla rucola è adatto ad un uso frequente.
PER CAPELLI SECCHI ALL’UOVO
Da uno squilibrio nella produzione di sebo all’inquinamento atmosferico. Sono diverse le cause di capelli secchi e opachi, un problema di molte ragazze che si ritrovano ad avere una chioma spenta e tendente alla formazione di doppie punte. Una soluzione ottimale per permettere ai capelli di tornare forti e lucenti è quella di usare uno shampoo all’uovo. Grazie alla lecitina e alle vitamine in esso contenute, con questo prodotto in poche applicazioni e senza spendere grosse cifre risolverete il vostro problema.Mescolate due tuorli d’uovo con del succo di limone e qualche goccia di rhum o acquavite, distribuite il composto massaggiando sul cuoio capelluto e lasciate agire per una mezz’oretta, con la testa avvolta in un asciugamano. Quindi risciacquare abbondantemente.
PER CAPELLI GRASSI A BASE DI CECI
Scegliere lo shampoo giusto per combattere contro capelli grassi e tendenti alla caduta risulta una missione davvero difficile. Questo tipo di capelli richiede dei lavaggi frequenti, quasi quotidiani, e per questo occorre utilizzare un prodotto non aggressivo. Purtroppo gli shampoo in commercio spesso non riescono a soddisfare la richiesta di coloro che hanno questo problema. Ad aiutarvi a ritrovare di nuovo il vostro equilibrio e contrastare la perdita di capelli ci penserà la farina di ceci. Procedete con versare con un imbuto all’interno di un flacone due cucchiai abbondanti di farina di ceci. A seguire aggiungete 250 ml di acqua tiepida e due cucchiai di aceto. Agitate energicamente la soluzione, mescolando bene gli ingredienti e in piccole dosi distribuitelo sul cuoio capelluto. Vi consigliamo di risciacquare accuratamente evitando di lasciare dei rimasugli di farina di ceci in testa.
BALSAMO FAI DA TE ALL’ARANCIA E OLIO DI COCCO
Oltre allo shampoo è importante scegliere con cura anche il balsamo. Per questo abbiamo deciso di chiudere con una ricetta per la preparazione di un balsamo fai da te all’arancia e olio di cocco. Due ingredienti che possiedono proprietà benefiche per i vostri capelli, rendendoli sempre nutriti e morbidi. Mettete a scaldare 300 ml di acqua distillata sino a farla bollire, poi sbucciate due arance e conservatene la scorza. A seguire prendete le scorze e lasciatele in infusione per circa 20 minuti nell’acqua bollente. Frullate insieme in un mixer l’infuso di arancia con 10 grammi di olio di cocco (circa 2 cucchiaini) e 20 grammi di gel di semi di lino.
Questo balsamo fai da te andrà applicato sui capelli bagnati e lasciato agire per qualche minuto. E risciaquate con abbondante acqua tiepida.

fonte:  http://ilfattaccio.org/2012/10/19/lo-shampoo-fai-da-te-4-modi-per-autoprodurlo/

Ritirati lotti di vaccino esavalente...SI...ma non in Italia

ESAVALENTE: siamo alla resa dei conti

 
Sembra impossibile che oggi il mondo sia arrivato a questo punto. Siamo inorriditi dai giornalisti burattini del sistema.
Ritirano molti lotti di vaccino esavalente in 19 paesi al mondo e nessuno ne parla, o meglio quell’unico che ne parla riporta concetti in modo ambiguo. Immediatamente dopo ritirano 2,3 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale e tutti i quotidiani ne parlano come se fosse merito dell’efficacia e dell’efficienza del sistema di Farmacovigilanza.
Considerato che in questo paese non esistono due differenti organi di Farmacovigilanza, denominati  entrambi AIFA, è impossibile da comprendere come sia possibile incensarne l’efficacia e l’efficienza [due parole care al Servizio Sanitario Nazionale] quando solo 48 ore prima era incorsa nella più grande topica del secolo a danno della salute dei nostri figli.
Questa manovra mediatica rientra in precise tecniche di comunicazione dei media: enfatizzare una notizia per far passare assolutamente in secondo piano la notizia più importante, senza che nessuno se ne possa render conto, è un gioco risaputo.
Volete la prova? … Ve la forniamo subito!

Dei vaccini esavalenti ritirati in mezzo mondo, destinati a neonati di 3 mesi, ancora oggi non ne parla alcun quotidiano pur sapendo che valanghe di genitori [che si scambiano informazioni in tempo reale sui social networks] hanno chiesto comprensibili rassicurazioni alle varie ASL. La notizia ufficiale del ritiro è esplosa a livello globale nella settimana dal 6 al 13 ottobre, con successivo aggiornamento in data 16 ottobre a seguito delle forti pressioni esercitate dagli stessi genitori nei confronti delle autorità preposte e della ditta produttrice.
La seconda [!!!] segnalazione dell’azienda produttrice il vaccino antinfluenzale, la olandese Crucell, che ha riscontrato “potenziali pericoli” per la salute in due [su 32] lotti del vaccino antinfluenzale Inflexal V, arrivando così alla decisione di ritirare l’intera produzione, riporta la data del 1 ottobre.
Sarà un caso [è sempre un caso!], ma quest’ultima notizia viene amplificata da tutti i media solo successivamente e immediatamente a ridosso del ritiro preventivo dell’Infanrix Hexa, quando il tam tam era diventato ormai di dominio pubblico sulle pagine di tutti i Ministeri della Salute… tranne il nostro, troppo impegnato a promuovere campagne vaccinali antinfluenzali pur contro ogni evidenza scientifica di utilità!
Ciò che il nostro Ministero della Salute dimentica, così come la Farmacovigilanza dell’AIFA e i giornalisti burattini del sistema, è che in caso di ritiro di lotti vaccinali classificati con difetto di CLASSE I [il più pericoloso] vige una incontestabile disposizione EMEA riguardante i ritiri di prodotti dal mercato e gestione non conformità che impone di allertare anche i paesi non interessati dal commercio dei vaccini incriminati [pagina 22 - punto 3.2]. Perchè questo non è avvenuto in Italia?
Per questo motivo, perdurando il silenzio, come privati cittadini abbiamo contattato la Segreteria del Procuratore della Repubblica di Torino Dott. Raffaele Guariniello [già noto per le inchieste riguardanti i vaccini al mercurio e i danni alla salute provocati dal vaccino pandemico H1N1, anche se - guarda caso - il suo pool è stato soggetto a smantellamento], esponendo i fatti e sentendoci invitare ad inoltrare un esposto conoscitivo alla Magistratura al fine di porre chiarezza alle tante domande rimaste senza risposta:
  1. se “nessuna contaminazione è stata trovata nei prodotti“, perchè li ritirano?
  2. se “nessuna contaminazione è stata trovata nei prodotti“, perchè è stato attribuito al difetto riscontrato la classificazione di CLASSE I?
  3. chi ci assicura che siano stati effettuati controlli di qualità sui vaccini destinati ai nostri figli?
  4. chi ci assicura che siano stati effettuati controlli di qualità sulle giacenze delle ASL dei vaccini destinati ai nostri figli?
  5. perchè ad oggi non esiste evidenza documentata dei controlli di qualità da parte del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AIFA, della GSK e/o di altri laboratori delegati?
  6. perchè ad oggi non esiste evidenza documentata dei controlli di qualità da parte del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AIFA e/o di altri laboratori delegati sugli altri vaccini commercializzati dalla GSK?
  7. se su tutti i lotti si effettuano “controlli di qualità stringenti e standardizzati”, come possono sfuggire anche inquinanti vistosi come le polveri trovate dall’équipe del Dott. Montanari?
  8. che cosa significa che la qualità è “certificata”?
  9. se chi “certifica” i controlli trascura anche la presenza di polveri di Acciaio, di Piombo, di Titanio, di Tungsteno e quant’altro, che razza di “certificazione” è?
A questo punto siamo fermamente intenzionati a conoscere ufficialmente tutti i dettagli relativi ai numeri di lotto dei vaccini interessati in tutti i 19 paesi coinvolti dal provvedimento, come è giusto che sia, e siamo fermamente intenzionati ad ottenere altrettante certificazioni ufficiali che comprovino gli avvenuti controlli di qualità sul prodotto [inclusi gli inquinanti ambientali] e sulle giacenze in dotazione alle varie ASL.
Ricordiamo che in Francia il provvedimento di ritiro precauzionale ha riguardato anche la formulazione Tetravalente e Pentavalente dello stesso Infanrix, pertanto i controlli di qualità dovrebbero essere estesi a tutti i prodotti commercializzati dalla GSK [incluso il vaccino Priorix - trivalente Morbillo Parotite Rosolia]
In questo caos totale nel quale si ritrova il nostro Paese, dove ogni giorno esce una novità in materia sanitaria, laddove ormai la coperta è troppo corta per fare anche solo finta di riscaldare un solo malato, crediamo sia importante essere coerenti e rafforzare un concetto che prosegue a sfuggire: non si gioca e non si fa mercato sulla salute dei bambini!

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lunedì 15 ottobre 2012

In Italia abbiamo una nostra "Stonhenge" ??

Calabria: scoperta una “Stonehenge all’italiana”

Calabria: scoperta una “Stonehenge all’italiana”
Pietre che potrebbero essere la testimonianza di un passato lontano migliaia di anni. Un sito dalle sembianze magiche, pressoché impenetrabile in pieno inverno. Qui non ci arriva nessuna strada che puo’ definirsi tale: è necessario risalire la sommità della montagna a piedi, sfidando la fittissima vegetazione e la popolazione di vipere in agguato. Siamo in Calabria nel Gran Bosco di Stilo, a cavallo tra le Serre e l’Aspromonte. Arrivati sul luogo la sensazione più suggestiva è di trovarsi davanti a una ‘Stonehenge’ italiana, un villaggio megalitico non a cielo aperto. C’è anche una costruzione a forma piramidale che domina tra gli alberi.
Sappiamo bene che la Calabria è da sempre luogo intriso di leggende. In special modo la zona ionica, nel territorio delle serre vibonesi, ove è collocato il comune di Nardodipace. Luoghi in cui si narra di misteriose “chiocce dai pulcini d’oro”, di neonati da immolare per ottenere la conoscenza dell’ubicazione di un tesoro nascosto. Luoghi in cui la credenza popolare vietava di avventurarsi, ma alcuni “temerari”, violando il tabù popolare, hanno scoperto recentemente una serie di strutture megalitiche che coprono un vasto territorio.
Sono attese ulteriori verifiche, ma dalle ricerche sinora svolte pare proprio siano opera umana. Una notizia che, sebbene all’estero abbia generato molto clamore, in Italia non ha ricevuto l’eco che merita. La particolarità di queste strutture è che si tratta di “triliti”, una forma che riscontriamo principalmente nel megalitismo bretone e in particolare nella nota Stonehenge. Una scoperta archeologica che assume un’importanza fondamentale nel panorama della preistoria italiana e delle sue genti per diversi motivi. La peculiarità morfologica di questo territorio, sovente soggetto a movimenti tellurici, tenderebbe, infatti, a escludere il suo utilizzo per l’erezione di strutture artificiali.
Ma la particolarità della scoperta riguarda soprattutto il fatto che l’area interessata dai megaliti risulta enorme. Secondo quanto rilevato dal team di studiosi, guidati dal professor Alessandro Guerricchio, ordinario di Geologia dell’Università della Calabria, queste strutture offrono un grande contributo allo studio della civiltà neolitica insediata nel nostro paese e in particolare in zone montane come quelle delle serre vibonesi. Sono stati fotografati blocchi di granito del peso stimato di oltre 200 tonnellate, grandi mura, probabilmente di fortificazione, pilastri sormontati da un “architrave”.
Il tutto è parte di un vasto progetto che impegnò per la sua erezione notevoli forze umane. Un popolo che senza dubbio aveva un’organizzazione militare o sacerdotale che gli permetteva di coordinare gli enormi sforzi necessari all’estrazione e al trasporto degli enormi blocchi di granito ritrovati a Nardodipace. La scoperta è stata segnalata da un appassionato di archeologia che, ritenendo quelle zone quantomeno “particolari” dal punto di vista morfologico, ha voluto rendere partecipe il comune di Nardodipace, il quale ha contattato l’Università della Calabria. Il ruolo del professor Guerricchio, diventa fondamentale in questa vicenda.
Il perché è presto detto: il sito identificato non sarebbe, a detta di molti archeologi, opera dell’uomo, ma della forza della natura. Guerricchio, dopo numerosi sopralluoghi è giunto alla conclusione, da geologo, che questi “ammassi rocciosi” non sono capitati lì per caso, ma vi sono stati portati dall’uomo e disposti secondo un preciso ordine. Come finirà la vicenda non è ancora chiaro. Quel che è certo è che il comune di Nardodipace si sta adoperando affinché sia istituito una sorta di “parco del Neolitico” basato sulla scoperta di Guerricchio. Nel frattempo, alcune università americane stanno effettuando indagini sul posto. Solo un’intervista con il diretto interessato avrebbe potuto fornirci le informazioni utili a saperne di più sulla scoperta. Abbiamo pertanto raggiunto il professor Guerricchio che ci ha fornito gentilmente la sua collaborazione.
Professor Guerricchio, può parlarci della scoperta che avete realizzato in Calabria?
“Vorrei sottolineare per prima cosa che la mia testimonianza è fatta a nome di tutti i componenti del gruppo di studio che alla fine di settembre 2002 aveva presentato i risultati delle ricerche sino ad allora svolte nel convegno tenutosi a Scalea (CS) intitolato Preistoria e Protostoria della Calabria, organizzato dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria e dalla Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico Etnografico ‘Luigi Pigorini’ di Roma. Detto gruppo di lavoro è costituito, oltre che dal sottoscritto, dagli ingegneri Valeria Biamonte, Roberto Mastromattei e Maurizio Ponte, dal dottor Marco Guerricchio e da Vincenzo Nadile e Alberto Pozzi. Devo precisare che per gli aspetti più squisitamente storico-archeologici mi limiterò all’essenziale in quanto non dispongo di una specifica competenza, essendo professore ordinario di Geologia Applicata in una Facoltà di Ingegneria. La scoperta è stata realizzata nel territorio comunale di Nardodipace (VV) a seguito di una serie di rilevamenti di campagna, integrati dall’esame di fotografie aeree stereoscopiche. Durante questi rilevamenti sono stati individuati, in località Sambuco e Ladi, a circa 1 km dal centro abitato, i resti di cinque strutture megalitiche e ciclopiche, definibili sia come ‘dolmen’, sia come una sorta di ‘triliti’, strutture originariamente costituite da tre pietre, due ‘pilastri’ rocciosi chiusi alla in sommità da un ‘architrave’. Tali ritrovamenti hanno costituito oggetto di tre relazioni inviate all’Amministrazione comunale di Nardodipace la quale, successivamente, ha comunicato che vi era già stata una prima segnalazione ufficiale alla Soprintendenza di un ritrovamento di interesse archeologico in quel territorio da parte del sig.Vincenzo Nadile, senza che però vi fosse alcun riscontro da parte della stessa autorità. Le prime cinque scoperte hanno suggerito di estendere il rilevamento geologico-archeologico, stavolta con il coinvolgimento del sig. Nadile, dapprima ad altre località del territorio di Nardodipace e poi agli adiacenti territori comunali di Serra S. Bruno (VV) e di Stilo (RC), in particolare nelle zone di Monte Pecoraro e di Pietra del Caricatore.
L’analisi di quest’area molto più estesa ha consentito l’individuazione di numerose altre strutture, in pochi casi fra loro raffrontabili ma prevalentemente dotate di una loro configurazione autonoma, in termini di forma geometrica e di dimensione. Non desidero avventurarmi in valutazioni di valenza archeologica per formulare un’interpretazione attendibile della funzione a suo tempo svolta da queste ‘strutture’, ma a esse si possono estendere considerazioni valide per altre strutture megalitiche italiane ed europee, la cui realizzazione ha certamente richiesto un enorme dispendio di energia umana, possibile solo se tale popolo era dotato di una precisa organizzazione sociale e sostenibile soltanto in base a profonde motivazioni cultuali. Qualsiasi altra funzione avrebbe potuto essere assolta con strutture costituite da elementi molto più piccoli e, conseguentemente, con dispendio di mezzi ed energie molto inferiori. Anche eventuali funzioni difensive non giustificano il trasporto e l’erezione dei monoliti delle dimensioni osservate in quelle zone. Inoltre, il concetto di struttura difensiva, pur ipotizzato, lascia qualche perplessità per la presenza di diversi ingressi individuati in alcune di queste vestigia ‘trilitiche’ e che, a rigor di logica, vanificherebbe la funzione esclusivamente o prevalentemente militare.
Tale interpretazione è stata inizialmente presa in considerazione per l’alto numero di tali strutture megalitiche, non solo nel territorio di Nardodipace, ma anche in quelli confinanti, quasi a rappresentare una cinta muraria a difesa di un abitato, ubicabile, forse, nella zona ove attualmente sorge Nardodipace Nuovo. Successivamente, però, il ritrovamento di blocchi di forma e dimensioni completamente diverse e l’assenza quasi sistematica delle mura di collegamento fra strutture megalitiche contigue ha condotto ad accantonare, almeno per il momento, l’interpretazione di cinta muraria, privilegiando, in quanto più realistica, la funzione di tipo sacrale e sepolcrale. E’ ipotizzabile che chi guidava questa comunità, il detentore del potere (religioso o temporale), abbia richiesto questi enormi sforzi nei periodi dell’anno in cui la lavorazione dei campi non impegnava la popolazione. Nel caso dovesse prevalere, a seguito di ulteriori studi e approfondimenti, l’interpretazione culturale e sepolcrale, nulla esclude che le popolazioni legate a questi megaliti vivessero ad altitudini meno elevate di quelle delle strutture e che ci fosse una sorta di attività sacrale da svolgersi in montagna, che in effetti, da sempre rappresenta un luogo di avvicinamento alla divinità (per gli antichi era addirittura la sua sede N.d.R.). Noi speriamo nel contributo della componente archeologica ufficiale, unitamente all’analisi di eventuali reperti derivanti da una campagna sistematica di scavi. È certo, comunque, che le strutture megalitiche rinvenute sono una chiara testimonianza della cultura della pietra delle popolazioni neolitiche vissute in quest’area calabrese probabilmente fra il III e il II millennio a.C.”.
Questo ritrovamento è da considerarsi come un’importante scoperta archeologica. Ma c’è chi ritiene che tali resti non siano assolutamente opera dell’uomo.
In questo caso essi sono distribuiti su un territorio la cui estensione è al momento stimata nell’ordine di 60 km2, che diventano 20 km2 se ci limitiamo al solo comprensorio di Nardodipace. Enorme, quindi. Ne consegue che si tratta certamente di un’importante scoperta archeologica, soprattutto, perché è il primo caso documentato, per quanto di mia conoscenza, di ritrovamenti neolitici in una zona montana, diversamente cioé dai noti rinvenimenti lungo pianure costiere e fluviali della Calabria. Tale scoperta rappresenta, tra l’altro, la spinta iniziale a una serie di ricerche in altre aree montane calabresi dove, ne sono certo, si perverrà a ritrovamenti analoghi. Ci sono state, come ovvio, delle voci discordanti che hanno voluto vedere, tralasciando le fantasticherie di interventi di extraterrestri o di cadute di meteoriti, una genesi naturale e non umana di queste ciclopiche strutture megalitiche, formate di duri e resistenti blocchi granitici. Per qualcuno si tratterebbe di affioramenti derivanti da fenomeni di erosione naturale nelle rocce di granito, che avrebbe come risultato la costituzione di ammassi rocciosi di aspetto prismatico o sferoidale, note in geologia come ‘Tor’. Per quest’ultima analisi, in particolare, mi riferisco alle dichiarazioni di un ‘controllore geologo’ che la Soprintendenza ha inviato sui luoghi per verificare l’effettivo valore archeologico da me attribuito alle strutture”.
Il suo parere come geologo è importante per poter affermare con sicurezza che i reperti non sono opera della natura…
Per quanto i blocchi dei triliti possano presentare facce piane derivanti da attività tettoniche preesistenti che hanno agevolato la loro estrazione dalla cava, vi sono diversi indizi dell’intervento umano per la loro erezione:
• la cura nell’assemblaggio dei blocchi;
• la grande attenzione agli incastri fra gli elementi contigui, che, nel caso degli ‘architravi’ era agevolata da geometrie ‘a conca’ prodotte da lavorazioni con lo scalpello;
• la loro disposizione geometrica a rappresentare una vera e propria ‘architettura’, con piani o basi di appoggio squadrate su cui gravano i ‘pilastri’ costituiti a loro volta da blocchi di aspetto più o meno geometrico (cubico o parallelepipedo). Questi ultimi recano, talora, incisi ‘pittogrammi’;
• la presenza di ‘piste’ di ampiezza variabile da 1,5 a 4 m, e generalmente disposte lungo i crinali montuosi, delimitate da blocchi squadrati e ben allineati. Tutto ciò garantisce la natura antropica di queste costruzioni. Le strutture rinvenute si presentano molto spesso sotto forma di ‘macerie’, cioè con i blocchi disposti in maniera casuale sul terreno, e talvolta gravanti su ‘tumuli’ artificiali. Il disfacimento della geometria originaria è da ricondursi ai numerosi sismi, alcuni di grande impatto energetico, che da sempre colpiscono l’area in esame”
Un quesito importante, a questo punto: tali enormi blocchi di granito, da dove provengono? E, soprattutto, come sono stati portati in loco?
L’intero territorio delle serre vibonesi e, in particolare, quello di Nardodipace sono costituiti da rocce magmatiche intrusive di tipo granitico, la cui età risale al Paleozoico superiore (Carbonifero superiore-Permiano inferiore) ossia circa 290÷270 milioni di anni fa, denominate Batolite di Stilo. Le suddette rocce intrusive sono attraversate da sistemi di fratture di origine tettonica e gravitativa. Ne deriva una disomogeneità che ne facilita l’estrazione dalle cave. E’ verosimile che alcune strutture, soprattutto, quelle disposte lungo i versanti dei numerosi rilievi della zona, siano state realizzate estraendo blocchi di roccia dura dalla sommità dei rilievi stessi, facendoli poi scendere, con l’ausilio di ‘rulli’ lignei e di argani, lungo i versanti attraverso la realizzazione di ‘piste’, di cui attualmente si osservano le delimitazioni costituite da massi squadrati regolarmente allineati. La messa in loco dei blocchi e la giustapposizione reciproca, sarebbe stata agevolata da una serie di strutture, sopraelevate rispetto al suolo, appositamente realizzate e, quindi, rimosse. È presente, comunque, sul versante meridionale del Monte Pietra Spada (1140 m) una chiara evidenza di un’antica cava in cui si notano diversi pinnacoli rocciosi di 3-4 m di altezza rappresentanti il residuo non cavato delle attività di estrazione. Tale interpretazione è confermata dal fatto che la cava è ubicata a una quota maggiore rispetto alle aree sede delle strutture megalitiche e ciclopiche. Nella stessa zona vi sono blocchi appena distaccati dall’ammasso roccioso secondo le fratture preesistenti destinati poi ad essere lavorati e successivamente trasportati e altri, già sagomati, disposti poco più a valle lungo il versante della cava. È in questa zona che, con buona probabilità, potranno essere rinvenuti gli utensili (leve, asce, mazze, ecc.) impiegati nell’estrazione e nella lavorazione dei blocchi. Si può ragionevolmente ritenere che in qualche caso i blocchi abbiano subìto trasferimenti fino a 5 km in linea d’aria dalla cava di Monte Pietra Spada, utilizzando le tecniche indicate”.
Sono previste ulteriori indagini prospettive con riferimento a possibili tumuli?
È in programma l’attivazione di una campagna di indagini geologiche non distruttive con l’utilizzo di tecniche magnetometriche, del georadar e della geoelettrica, realizzando, in dettaglio, una mappa ad alta risoluzione del sottosuolo. Tale campagna sarà integrata da un rilievo aerofotogrammetrico all’infrarosso a medio-bassa quota, utile a causa della fitta vegetazione che caratterizza la quasi totalità dei siti in esame e che rende difficoltose le ricerche da terra. Inoltre, si prevede uno studio di datazione assoluta con il metodo del C-14 per individuare l’intervallo temporale di riferimento di reperti (residui di materiale organico, cocci, vasellame o quant’altro) che potranno essere rinvenuti in corrispondenza delle emergenze archeologiche e a seguito di scavi”.
Cosa dobbiamo aspettarci da queste ulteriori ricerche?
Innanzitutto, si auspica il rinvenimento di utensili con i quali sono stati sagomati i blocchi rocciosi costituenti le strutture megalitiche e di vasellame che consentano una più precisa datazione di queste ultime, un’identificazione delle popolazioni di quel periodo e un’eventuale ubicazione di una loro città di montagna.
La ricerca è anche ovviamente finalizzata all’individuazione di ulteriori emergenze, con particolare riferimento a eventuali strutture subsuperficiali nei pressi dei blocchi granitici esistenti, a oggi ancora non identificate ma che, dall’esame di cartografie topografiche e di foto aeree stereoscopiche, si intuisce siano presenti su un territorio molto più esteso di quello sinora investigato”.
In altri siti archeologici risalenti al Neolitico, si è potuto appurare che la disposizione dei massi riproduce o inquadra particolari riferimenti astronomici. Il sito di Nardodipace segue la stessa impostazione?
Sarà compito dell’archeo-astronomia stabilire se la disposizione delle strutture megalitiche e ciclopiche dei territori di Nardodipace, Serra S. Bruno e Stilo possa essere ricondotta a configurazioni di costellazioni celesti o ad altri riferimenti astronomici. A livello intuitivo, senza la benché minima pretesa di fornire una validità scientifica a quanto dirò, mi sento di azzardare una rassomiglianza tra la disposizione planimetrica delle strutture prima ricordate e la conformazione della costellazione dello Scorpione o di quella di Bootes, in cui primeggia la stella Arturo. Non me ne vorranno gli archeoastronomi se venisse fuori, invece, che trattasi del Piccolo Carro, come visibile 2.000-3.000 anni fa, in cui le strutture ciclopiche di Pietra del Caricatore, che in planimetria si collocano esattamente a nord del comprensorio dei ritrovamenti, corrispondono alla Stella Polare… ma è questa è solo una battuta scherzosa!

fonte: http://www.segnidalcielo.it/2012/10/calabria-scoperta-una-stonehenge-allitaliana/

venerdì 12 ottobre 2012

5 SCIMMIE E UNA BANANA

5 SCIMMIE E UNA BANANA

Prendete una gabbia che contenga 5 scimmie. All'interno della gabbia appendete una banana ad una corda e metteteci sotto una scala. 
Non ci vorrà molto perchè una scimmia inizi a salire la scala per raggiungere la banana. Non appena tocca la scala, tutte le scimmie vengono innaffiate con acqua fredda. 
Dopo un pò un'altra scimmia ci riprova, ma il risultato è lo stesso. Tutte le scimmie ricevono una doccia fredda. Dopo un pò, nessuna scimmia prova più a salire la scala. 
Ora togliamo di mezzo l'acqua fredda. [...]
Togliete una scimmia dalla gabbia, e sostituitela con una nuova. La nuova scimmia vede la banana e cerca di salire la scala. Con sua sorpresa e spavento, tutte le altre scimmie le saltano addosso. Dopo un secondo tentativo e un secondo pestaggio, la scimmia ha capito che se cercherà di salire le scale verrà aggredita.
Dopodiché, togliete un'altra delle scimmie originali e sostituitela con una nuova. Il nuovo arrivato va verso le scale e viene aggredito. Il precedente nuovo arrivato partecipa al pestaggio con entusiasmo. 
Nuovamente, sostituite una terza scimmia originale con una nuova. Poi la quarta, e poi la quinta. Ogni volta che la scimmia appena arrivata si dirige verso le scale viene aggredita. 
La maggior parte delle scimmie che partecipano al pestaggio non sanno perché non le sia permesso salire la scala nè perché stiano partecipando al pestaggio dell'ultimo arrivato. 
Dopo aver sostituito tutte le scimmie originali, nessuna delle scimmie presenti ha mai ricevuto una doccia fredda. Nonostante questo, nessuna scimmia si proverà mai più ad avvicinarsi alla scala per prendere la banana. 
Perché no? Perché, per quel che ne sanno loro, così si è sempre fatto da queste parti. 

È questo il modo in cui le politiche dei governi vengono mantenute.


 fonte: http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti/Riflessioni/5-SCIMMIE-E-UNA-BANANA/

giovedì 11 ottobre 2012

Esercito svizzero al confine?

La Svizzera mobilita l’Esercito e la Polizia ai suoi confini


Sembra che la neutrale Svizzera sappia di già cosa succederà nei prossimi mesi in Europa. In un articolo comparso domenica scorsa sul “Schweizer Zeitung”, il governo Svizzero ha mobilitato l’esercito e i Reservisti che dovranno prendere parte al delle manovre militari nella quale prenderanno parte anche i diversi corpi di Polizia disclocati nei diversi Cantoni della Confederazione.

In una intervista con il Capo della Stato Maggiore Svizzero Andrè Blattman e il Ministro della Difesa Ueli Maurer, il giornale lascia capire che a causa della problematica situazione che si è creata in tutta l’Europa e specialmente in Italia-Spagna-Portogallo e Grecia nella quale le popolazioni vengono a più non posso depredati dei loro diritti, del loro posto di lavoro e dei loro beni accumulati con il passare degli anni, molti cittadini di questi stati cercheranno di passare il confine clandestinamente per cercare aiuto nel governo Svizzero e magari qualche posto di lavoro per assicurare qualcosa da mettere sotto i denti ai loro figli, lo stesso giornale si basa pure sulle parole dette dal Premier Greco Antonis Samaras che non smentisce la sua preoccupazione di una escalazione della violenza in Grecia a causa delle Austerità che il governo e la costituzione di una organizzazione paramilitare stile Nazista che approfitterà della situazione per prendere il comando del Paese come lo fù in Germania con la caduta della repubblica di Weimar, in tutto sono stati mobilitati 100.000 soldati, 2000 Ufficiali e 1600 uomini della Polizia Militare per prendere parte alle manovre denominate “Stabilo Due” che avranno il compito di assicurare i confini dei quattro Cantoni da un eventuale immigrazione di massa o attacchi da parte qualche stato confinante in cui il governo non sarà capace di ripristinare l’ordine.

Allude il giornale forse all’Italia? Cosa si cela veramente dietro questa manovra del Governo Svizzero, prende le sue precauzioni per assicurare ai capi di Governo Europei che cercheranno rifugio in Svizzera dopo che aver provocato le sommosse per aver tolto ai loro cittadini tutto quello che avevano?
Una cosa è certa, la Svizzera non è Neutrale da un paio di anni come si vuol far credere dato che obbedisce al Dictat di Brussel e applica dentro i suoi confini le stesse leggi che sono state applicate nel resto dell’Europa, le Grandi Banche hanno in Svizzera accumulati i loro capitali e molte Organizzazioni che fanno parte dell’ONU si trovano nella “Neutrale Svizzera” che neutrale non è.
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Nella foto il Ministro della difesa Svizzero Ueli Maurer assieme al ministro della difesa Tedesco De Maiziere con lo stesso motto “Wir dienen Deutschland” noi serviamo la Germania.

fonte:  http://www.informarexresistere.fr/2012/10/11/la-svizzera-mobilita-lesercito-e-la-polizia-ai-suoi-confini/#ixzz28yYhV8Re

Cosa stanno facendo ai nostri militari?

Militari Italiani avvelenati da vaccini mortali e Uranio Impoverito

 
In rete ho trovato questo articolo alquanto preoccupante...C'e' qualche militare che può fornire maggiori informazioni o smentire quanto scritto???
 
Otto vaccini in 28 giorni: probabile causa di morte tra i militari. Il Ministero della Difesa tace ormai da anni. L'accusa: "ci sono liste segrete che non vogliono mostrarci".

Il quotidiano La Repubblica sta seguendo il caso in discussione in questi giorni nella Commissione uranio impoverito. La storia è quella di migliaia di militari che si sono ammalati e sono morti in seguito a qualche pratica militare. Non si sa se la causa principale sia l'esposizione all'uranio impoverito, ma è certo che in molti riconoscono un fattore essenziale "nella lunga serie di vaccinazioni" fatte in soli 28 giorni.
INCRIMINAZIONE PER DISOBBEDIENZA - Ma attenzione: se sei militare a queste vaccinazioni non puoi opporti o rischi di essere incriminato per insubordinazione come è accaduto a Luigi Sanna, ex maresciallo dell'areonautica. La moglie, avvocato, spiega alla giornalista Vittoria Iacovella che il marito ha solo chiesto in forma scritta "perché si dovesse fare quelle vaccinazioni" e "se non fosse pericoloso", dato che erano tutti a distanza ravvicinata.
Non ha ricevuto risposta così ha reiterato la domanda affermando di non volersi vaccinare sebbene le vaccinazioni fossero imposte dall'esercito. Prima doveva ricevere le informazioni richieste. L'unica risposta ricevuta al secondo tentativo è stata: "Non abbiamo ragione di ritenere che non siano pericolosi". L'ex maresciallo è stato comunque obbligato a vaccinarsi ed ora rischia oltre un anno di carcere per non aver ottemperato agli ordini. Quindi è un ordine? Pare di si, ma dicono di no. L'esercito infatti da la possibilità di scegliere: o il vaccino, o il posto di lavoro.
MORIRE DI CANCRO - Del resto l'ex maresciallo Luigi Sanna si è ammalato di cancro proprio come altri militari, alcuni in vita, altri già morti. Come Francesco Randelli, morto di cancro nel 2008. Aveva partecipato ad una "spedizione a Porto Marghera" dove ha avuto l'occasione di respirare un pò di diossina dopo una serie di vaccinazioni obbligatorie e imposte dall'esercito. In seguito alla sua morte, il padre ha cominciato a raccogliere le prove dello "sterminio", come lui stesso lo definisce.
Ed è lo stesso padre di questo giovane militare morto a soli 26 anni a fare un'accusa fortissima: "ci sono liste nascoste che non vogliono mostrarci". Sarebbero infatti 3500 i militari monitorati e circa 200 quelli morti a causa di uranio impoverito.

sabato 6 ottobre 2012

La "Fiscal Commission" e il quasi certo commissariamento dell' ITALIA


La Troika pronta al commissariamento dell’Italia grazie ai partiti. Regioni a rischio austerità. 

Tutti i partiti presenti in Parlamento, considerando irrilevanti i ripensamenti ininfluenti dell’ultimo momento, hanno servito su un piatto d’argento le politiche di austerità al governo Monti ed il salvataggio delle banche con i soldi dei cittadini.
Secondo recentissime notizie di stampa (ANSA, 4 ottobre 2012), nella bozza della legge di attuazione del pareggio di Bilancio in Costituzione si prevede, tra le altre cose, l’istituzione di una “Fiscal Commission” preposta al controllo del Bilancio dello Stato e di tutte le regioni.
Quali margini di autonomia decisionale resteranno alle istituzioni rappresentate mediante elezioni democratiche? Da chi sarà composta questa Commissione e quale sarà il livello di ingerenza nella definizione della politica nazionale e locale?
La Grecia e la Spagna sono dietro l’angolo. Fra tagli alla spesa, agli investimenti, all’istruzione e alla Sanità, nuove imposte, scudo fiscale, stipendi pubblici congelati e limitazione dei pensionamenti anticipati il governo Rajoy ha attuato manovre per 92 miliardi di euro. L’ultima di settembre (40 miliardi) è sfociata in durissime proteste di piazza.

Non lasciatevi ingannare dall’opposizione da “palcoscenico” e dalle tifoserie giornalistiche, questa Europa della finanza e del debito non ha trovato opposizione nei mesi che hanno preceduto le votazioni in Parlamento sui provvedimenti mediante cui si intende oggi far pagare la crisi agli italiani.
Trattato MES/ESM, Fiscal Compact ed equilibrio di bilancio in Costituzione, un probabile “massacro” sociale.
Il MES presentato alle masse come “fondo salvastati”, prevede un impegno finanziario iniziale (potrebbe anche aumentare) di 125 miliardi di euro da parte del popolo italiano in favore di una organizzazione intergovernativa. La Spagna sta già programmando di chiedere finanziamenti al “fondo salvastati” per salvare le proprie banche. Il governo spagnolo si farà carico della restituzione del prestito qualora gli istituti di credito dovessero fallire. “Fondo salva stati” o “fondo salva banche” con i soldi dei cittadini?
Con il Fiscal Compact, in nome di una  riduzione del debito pubblico e del deficit, si dovranno  risparmiare 45 miliardi di euro l’anno.
L’equilibrio (o pareggio) di bilancio in Costituzione limita fortemente i margini di spesa dello Stato e delle Regioni.
Il principio è stato introdotto negli artt. 81, 97, 117 e 119. Particolare attenzione meritano le disposizioni che vincolano anche le regioni e le altre amministrazioni locali.
E’ stato attuato un più accentuato collegamento delle PA con l’ordinamento dell’UE: “le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico” (art. 97).
La funzione di “armonizzazione dei bilanci pubblici” ha subito una totale centralizzazione, nel senso che con la modifica dell’art. 117 della Costituzione è passata dall’ambito delle materie di legislazione concorrente Stato-Regioni a quello di esclusiva competenza statale.
Nell’art. 119 si pongono invece espliciti vincoli all’autonomia finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni sottoposte, in virtù della modifica, al “rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci” e alla “osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea”.


Lidia Undiemi
http://www.nocensura.com

mercoledì 3 ottobre 2012

Parliamo ancora di VACCINI...

Vitamina D altro che vaccini!


DAL MOMENTO CHE ESISTE UNA SOSTANZA CAPACE DI PREVENIRE L’INFLUENZA MOLTO PIU’ EFFICACEMENTE DEI VACCINI
tutti noi saremmo portati a pensare che gli scienziati avrebbero fatto di tutto per pubblicizzarla, giusto? In fin dei conti il nocciolo della questione non dovrebbe essere quello di proteggere bambini e adulti dalla influenza?Uno studio clinico condotto dal dottor Mitsuyoshi Urashima presso la Divisione di Epidemiologia Molecolare nel Dipartimento di Pediatria presso la Università di Medicina di Minato-ku a Tokyo, ha rilevato che la vitamina D sia estremamente efficace nel prevenire la comune influenza nei bambini. Lo studio è stato pubblicato nel marzo 2010 dal Journal of Clinical Nutrition.Si è trattato di un esperimento randomizzato su due gruppi il quale ha coinvolto 334 bambini, a metà dei quali sono stati somministrati 1.200 IU al giorno di vitamina D3, e alla altra metà un semplice placebo. Tale rigoroso studio è stato svolto seguendo scrupolosamente tutti gli standard scientifici più rigidi. I risultati hanno detto che mentre 31 dei 167 bambini facenti parte del gruppo “placebo” hanno contratto la influenza durante i quattro mesi nei quali è proseguito lo studio, solo 18 dei 168 bambini del gruppo “vitamina D” la ha contratta. Questo significa che la vitamina D è stata responsabile di una riduzione assoluta di quasi l’8 per cento.I vaccini antinfluenzali – secondo i più recenti dati scientifici – ottengono un 1 per cento di riduzione dei sintomi dell’influenza.Ciò significa che la vitamina D sembra essere 800 volte più efficace rispetto ai vaccini per prevenire le infezioni influenzali nei bambini.Per sostenere ulteriormente questi dati, sarebbe stato necessario effettuare un ulteriore studio clinico attraverso il quale porre a confronto diretto i supplementi di vitamina D con i vaccini antinfluenzali, attraverso una sperimentazione su un totale di quattro gruppi di individui:

Gruppo # 1 dovrebbe ricevere un placebo di vitamina D
Gruppo # 2 dovrebbe ricevere vitamina D (2.000 IU al giorno)
Gruppo # 3 dovrebbe ricevere una iniezione di vaccino antinfluenzale
Gruppo # 4 dovrebbe ricevere una iniezione placebo
Purtroppo un simile esperimento non potrà mai essere ufficialmente realizzato perché gli spacciatori di vaccini sanno bene che proverebbe in maniera definitiva la inutilità dei loro vaccini.Tornando allo studio, un altro affascinante risultato è che per quei bambini ai quali in passato – prima dell’esperimento – era già stata somministrata vitamina D da parte dei genitori, i risultati si sono rivelati ancora migliori, in quanto in tali soggetti la vitamina D ha ridotto il rischio di influenza di quasi due terzi.In altre parole, più di sei bambini su dieci che normalmente avrebbero contratto la influenza sono risultati protetti dalla vitamina D.Lo studio ha anche evidenziato come la vitamina D abbia fortemente represso i sintomi da asma bronchiale. Su 12 bambini con precedenti diagnosi di asma, nel gruppo “vitamina D”, solo 2 hanno manifestato tali sintomi.Sebbene questo sottoinsieme sia di dimensione piuttosto contenuta, è apparso assolutamente chiaro che la vitamina D prevenga gli attacchi di asma nei bambini, e tutto ciò si dimostra del tutto coerente con la prova antinfluenzale.

GLI SPACCIATORI DI VACCINI NON SONO VERI SCIENZIATI

Ora, dal momento che la vitamina D3 ha denotato un effetto così potente nel prevenire l’influenza – 800 volte più efficace dei vaccini – i medici e le autorità sanitarie non dovrebbero darsi da fare prescrivendo la assunzione di vitamina D prima che abbia inizio la “stagione influenzale”?Nonostante la vitamina D abbia offerto una indiscutibile protezione contro tutte le infezioni influenzali, costoro ancora non la consigliano.Perché? Perché non credono nel nutrizionismo! Esso infatti si pone in contrasto con la loro agenda informativa sanitaria, la quale afferma che i nutrienti sono per lo più inutili, mentre solo i farmaci possiederebbero reali funzioni curative.Si potrebbero pubblicare un centinaio di studi atti a dimostrare come la vitamina D sia molte volte più efficace dei vaccini, eppure ancora non la raccomandano.Sono promotori del dogma medico piuttosto che di soluzioni reali per aiutare i pazienti. Ma questa è la storia della scienza: un sacco di persone apparentemente “intelligenti” che commettono errori marchiani su base regolare. Il che ricorda un pò i progressi della scienza: una nuova idea contesta un vecchio assunto, e dopo che tutti i difensori del vecchio assunto (sbagliato) muoiono, ecco che viene accettato il nuovo assunto, il tutto su basi per lo più dogmatiche.Tale atteggiamento si riflette in una citazione del Dr. John Oxford, professore di virologia al Queen Mary School of Medicine di Londra, la cui reazione allo studio descritto in questo articolo è stata:Avete notato le sue osservazioni conclusive? Non ha nemmeno preso in considerazione l’idea che la vitamina D possa sostituire i vaccini. Piuttosto, afferma che la vitamina D abbia valore solo se somministrata congiuntamente ai vaccini!Questo ostracismo “dogmatico” è riscontrabile anche in campo oncologico in merito alle erbe anti-cancro e ad altre sostanze nutritive. Ogni volta che si riscontra una reale utilità di tali sostanze anti-business, ecco che certa stampa afferma cose come: “Beh, questa sostanza potrebbe essere utile se somministrata al paziente dopo la chemioterapia …” ma mai in sostituzione della chemio, ovviamente.Molti medici tradizionali e scienziati medici sono semplicemente incapaci di pensare al di fuori del box molto ristretto in cui i loro cervelli sono stati spinti dopo anni di de-formazione presso le scuole di medicina. Quando hanno a che fare con elementi contrari a ciò che è stato loro insegnato, essi stupidamente finiscono per respingerli.

RIVISTE MEDICHE: CUSTODI DELLA IGNORANZA

Gran parte delle riviste mediche non funzionano come amplificatori di verità scientifiche, ma come difensori del dogma pseudoscientifico. Per essere pubblicato un testo – nella gran parte di tali riviste – il tema trattato deve soddisfare le aspettative e le credenze tanto del giornale quanto dello editore. Così, il progresso della conoscenza scientifica in ogni giornale si limita a rispecchiare le attuali convinzioni di un singolo individuo: il direttore di quel giornale.Quasi tutte le ricerche pionieristiche che abbiano sfidato lo status quo sono state respinte. Solo ai documenti che confermassero le convinzioni di redazione della rivista è stata regolarmente concessa la pubblicazione. Questa è una delle ragioni per cui la scienza medica, in particolare, avanza così lentamente.Gli studi che hanno dimostrato che la vitamina D sia più efficace rispetto ai vaccini hanno visto raramente la luce del giorno nella comunità scientifica. Ciò avvalora l’opera del Journal of Clinical Nutrition, il quale ha accettato la pubblicazione di questo documento da parte Mitsuyoshi Urashima. La maggior parte delle riviste mediche non avrebbero osato pubblicarlo proprio perché mette in discussione lo status quo relativo a vaccini ed influenza.Vedete, le riviste mediche sono in gran parte finanziate dalla industria farmaceutica. E Big Pharma non vuole accordare alcuna credibilità agli studi sulle vitamine, indipendentemente dal loro valore scientifico. Anche se la somministrazione di vitamina D potrebbe comportare un risparmio di miliardi di dollari in America, e ridurre i costi di assistenza domiciliare, nessuno vuole concedere supporto scientifico alla vitamina D dal momento che alle aziende farmaceutiche non sarebbe concesso di brevettare una vitamina. Essa è inoltre facilmente accessibile al costo di pochi centesimi.Con il tempo la vitamina D sarà riconosciuta come superiore ai vaccini nel contrastare la influenza stagionale, ma per adesso dobbiamo sorbirci la sciocca propaganda di un settore che ha abbandonato la scienza, per adorare aghi e provette.
Articolo pubblicato sul sito The Vigilant Citizen
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio
http://www.terrarealtime.blogspot.it/2012/10/vitamina-d-altro-che-vaccini.html

Finalmente la nuova sede della BCE !!!

La nuova sede della Bce costerà oltre 1,2 miliardi di euro


Dovrebbe diventare operativa nel 2014, ma i ritardi e soprattutto i costi lievitati di circa 350 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali hanno provocato più di un malumore.
A dieci giorni dalla cerimonia ufficiale durante la quale la Banca Centrale Europea ha celebrato il completamento delle principali opere strutturali della sua nuova sede, a Francoforte, l'euroscettico Sunday Telegraph presenta un lungo articolo in cui critica l'avveniristica e faraonica struttura definendola «fuori budget» e inutilmente grandiosa. 
LA STRUTTURA - Il complesso che sorgerà nell'area dei vecchi mercati generali di Francoforte è costituito da tre unità fondamentali: la Grossmarkthalle, un edificio a sviluppo orizzontale e due torri gemelle poligonali alte rispettivamente 185 e 165 metri. Inizialmente la spesa totale dell'opera doveva raggiungere gli 850 milioni di euro, ma le stime presentate qualche giorno fa sono molto più alte. Alla fine dei lavori il costo dovrebbe essere di 1,2 miliardi di euro, ma non mancano coloro che assicurano che la cifra finale potrebbe lievitare ancora.
I ritardi di sei mesi hanno interessato particolarmente le opere edili nella Grossmarkthalle, un imponente edificio storico a carattere industriale del 1928 che fungerà da entrata principale. Secondo la Bce i tempi previsti non sono stati rispettati a causa delle «complessità degli interventi di restauro necessari nella struttura originaria del monumento storico tutelato» e i lavori straordinari su questa struttura da soli hanno fatto crescere il budget di circa 100-150 milioni di euro. Altri 200 milioni di rincari sono stati prodotti dall'aumento del costo dei materiali e delle attività nel settore delle costruzioni.
«Ci sono stati una serie di problemi imprevisti che abbiamo dovuto affrontare», spiega Jörg Asmussen, membro del Comitato esecutivo della Bce incaricato del progetto, mentre il designer Wolf Prix, a capo di Coop Himmelb(l)au, lo studio viennese di architettura vincitore nel 2004 del concorso internazionale di progettazione indetto dalla Bce assicura: «Questa struttura avrà una presenza veramente forte perché l'idea di base è una geometria molto complessa».
CRITICHE - Eppure c'è chi davanti a questa avveniristica struttura non riesce proprio ad esaltarsi ed anzi afferma che i costi eccessivi sono uno schiaffo per i cittadini europei, oppressi dalla crisi economica: «Purtroppo capita spesso che progetti di costruzioni grandiosi superino i costi annunciati - dichiara Richard Ashworth, leader del gruppo degli eurodeputati conservatori britannici - Tuttavia usare tutti questi soldi per un unico complesso è davvero uno spreco spettacolare. Fortunatamente per il Regno Unito i costi graveranno solo sulle 17 nazioni dell'eurozona e non su tutti i membri dell'Unione. In un momento di grave recessione in cui tutti i cittadini del Vecchio Continente stanno stringendo la cinghia, la Bce dovrebbe cercare di dare il buon esempio e non sprecare i fondi in questo modo».
Autore: Francesco Tortora / Fonte: corriere.it
 http://www.terrarealtime.blogspot.it/2012/10/la-nuova-sede-della-bce-costera-oltre.html

Bye Bye Spagna

 LA SPAGNA GETTA LA SPUGNA LUNEDI. POI MANCA SOLO L'ITALIA








Molti analisti e commentatori, ma la cosa è facilmente intuibile, danno ormai per scontato che la Spagna chiederà ufficialmente gli aiuti al Fondo Salva Stati nel corso del prossimo fine settimana, a mercati chiusi, come è logico fare. È il motivo per il quale durante questa settimana, salvo l'uscita di altre notizie, le Borse dovrebbero veleggiare sui valori attuali in attesa della prossima, in cui invece, ad aiuti richiesti, le cose cambieranno sensibilmente.

Il motivo è molto semplice, e nasconde un aspetto ulteriore che a nostro avviso non è stato ancora messo a fuoco con la dovuta attenzione dai più.

Sui dati di Madrid è inutile insistere, così come sul fatto che è in pratica da inizio settembre, momento in cui Rajoy aveva dichiarato che non avrebbe fatto ricorso agli aiuti, che tale possibilità, si sapeva, sarebbe diventata presto una certezza.

La manovra enorme varata giorni addietro tra la rabbia della piazza è peraltro poca roba in confronto a quanto ai cittadini verrà richiesto dalla troika una volta che gli aiuti saranno stati richiesti. Accedere al Fondo, per Madrid, significherà accettare i diktat a livello economico, cosa sino a ora almeno in parte scongiurata, e il governo dichiarerà al popolo, in tutte le circostanze in cui verranno rese note le misure successive, che ciò dipende dalle "richieste dell'Europa". In modo insindacabile, a meno di una uscita della Spagna dall'Euro, i cittadini dovranno dunque piegarsi. Ma la Spagna potrà, per prima, andare anche a vedere - e fungerà da rivelatore per tutti - quale sarà l'effettivo ammontare e la vera efficacia dell'intervento della BCE sui titoli a breve e medio termine, mediante quello che è stato definito "acquisto illimitato", che Francoforte andrà a operare in seconda battuta, dopo la richiesta di aiuti al Fondo. Si vedrà insomma che portata reale avrà quella che sino a ora è stata solo una dichiarazione, da parte di Draghi.

Il percorso di Madrid è comunque chiaro, e simile, tranne che per alcuni particolari (ad esempio quest'ultimo della BCE) a quello degli altri Paesi Piigs che sino a ora hanno richiesto aiuti e si sono visti imporre le manovre di Fmi-Ue-Bce: l'operazione non ha funzionato in nessun caso e non si vede il motivo per il quale dovrebbe funzionare per la Spagna. Certo, non dimentichiamolo, a qualcuno l'operazione è servita e sta fruttando: gli speculatori brindano a ogni richiesta di aiuti, come sappiamo. Il popolo invece finisce in ginocchio.