Un quadro catastrofico, fuori dalla propaganda di regime...
Allora
il debito pubblico italiano è di 2000 miliardi ed è al 120% del
rapporto con il PIL. Ridurre di un ventesimo l'anno, la somma eccedente
il 60% del rapporto con PIL (questo chiede in pratica il Fiscal Compact
), vuol dire ridurre di un ventesimo l'anno esattamente la metà, cioè un
ventesimo di 1000 miliardi: manovre da 50 miliardi l'anno, in buona
sostanza, per 20 anni.
Domanda: con quali soldi si dovrebbe allora finanziare la crescita?
E' ben noto che solo lo Stato, può investire somme adeguate in periodi di crisi economica, non certo i privati, senza nemmeno il sostegno del credito bancario. Ora si da il caso, che lo Stato in questione - l'Italia - ha "la cassa vuota" e nessuna possibilità di rifinanziare il proprio debito. In buona sostanza, non può battere moneta e, per tutto il fabbisogno deve approvvigionarsi di liquidità nel mercato libero, mercato che esige, "giustamente" - gli speculatori, sono tali, perché speculano, appunto, non sono Dame di San Vincenzo - interessi sempre più alti, in ragione del fatto che "uno" - nel caso di specie lo Stato italiano - più si indebita e più rischia l'insolvenza. I debiti, non si possono estinguere con altri debiti, al massimo può accadere che prima o poi si smette di pagarli perché non è più possibile pagarli: non si hanno più denari in cassa, non si ha nessuna possibilità di stamparli e, nessuno te li presta oltre al fatto che il sistema economico produttivo non è più capace di produrre alcunché e meno che mai, valuta!
il governo tecnico |
Problemi:
- Dopo nove mesi di austerità e rigore il debito è aumentato dal 120 a 123% del rapporto con il PIL che è ulteriormente crollato;
- La Spending Review con il Fiscal Compact non c'entra nulla;
- Il pareggio di bilancio con il F.C. non c'entra assolutamente nulla;
- La crescita dell Italia non è a pari a ZERO, ma è a - 2,5% (MENO 2,5% ), quindi, in pratica decresciamo.
- La produzione industriale è in caduta libera;
- I consumi sono crollati;
- Le aziende chiudono una dopo l'altra;
- La disoccupazione è dilagante;
- Le tasse sono le più alte del mondo;
- La benzina è la più cara al mondo;
- L'economia è stata sventrata;
- Il tessuto produttivo è in fase di disgregazione;
- Le esportazioni sono crollate mandando in deficit la bilancia dei pagamenti, e quindi siamo costretti a indebitarci con l'estero per finanziare le importazioni;
- La spirale del debito con l'estero, di conseguenza, ci costringe ad indebitarci sempre di più con l'estero per pagare gli interessi sempre più alti, all'estero sempre.
Domanda: con quali soldi si dovrebbe allora finanziare la crescita?
E' ben noto che solo lo Stato, può investire somme adeguate in periodi di crisi economica, non certo i privati, senza nemmeno il sostegno del credito bancario. Ora si da il caso, che lo Stato in questione - l'Italia - ha "la cassa vuota" e nessuna possibilità di rifinanziare il proprio debito. In buona sostanza, non può battere moneta e, per tutto il fabbisogno deve approvvigionarsi di liquidità nel mercato libero, mercato che esige, "giustamente" - gli speculatori, sono tali, perché speculano, appunto, non sono Dame di San Vincenzo - interessi sempre più alti, in ragione del fatto che "uno" - nel caso di specie lo Stato italiano - più si indebita e più rischia l'insolvenza. I debiti, non si possono estinguere con altri debiti, al massimo può accadere che prima o poi si smette di pagarli perché non è più possibile pagarli: non si hanno più denari in cassa, non si ha nessuna possibilità di stamparli e, nessuno te li presta oltre al fatto che il sistema economico produttivo non è più capace di produrre alcunché e meno che mai, valuta!
Insomma ci stanno prendendo per i fondelli per l'ennesima volta, i paraculi delle banche,
con i loro finti decreti pro crescita, pieni di soldi che non esistono
e che non potranno essere quindi stanziati mai. Chiacchiere al vento,
quindi.